(Teleborsa) – In luglio in Italia sono state vendute 152.752 autovetture. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente si registra un vero e proprio crollo. Il calo è infatti del 26%. A partire da aprile la fine degli incentivi 2009 (i cui effetti si sono esauriti nel marzo scorso) sta determinando cali, di mese in mese, sempre più consistenti. E così, dopo un primo trimestre in crescita del 23%, il quadrimestre aprile-luglio chiude con un calo del 18,8% che ha annullato completamente il buon risultato del primo trimestre. Il bilancio dei primi sette mesi fa infatti registrare una contrazione dell’1,5%. Questo calo è destinato ad aggravarsi nei prossimi mesi. Il Centro Studi Promotor Gl events prevede infatti una accelerazione della caduta delle immatricolazioni dovuta essenzialmente alla debolezza della domanda interna di beni di consumo durevoli e non durevoli. Per l’intero 2010 il Centro Studi Promotor GL events prevede che le immatricolazioni si attesteranno a quota 1.900.000 con una contrazione dell’11,8% sul 2009, che peserà sui bilanci del settore automobilistico, ma anche sul gettito fiscale. Si stima infatti che la fine degli incentivi determinerà un calo degli introiti dello Stato, per le imposte che a vario titolo colpiscono l’auto, di circa 2 miliardi. Una cifra di gran lunga superiore a quanto lo Stato dovrebbe stanziare per varare ecoincentivi che potrebbero ridare impulso alla domanda ed avere rilevanti effetti positivi sull’occupazione, sulla ripresa dell’economia e sull’ambiente. Tra l’altro l’andamento del mercato italiano è peggiore di quello europeo e decisamente in controtendenza rispetto a quanto avviene nei principali mercati del mondo dove, dopo un 2009 negativo, la domanda di auto è in forte ripresa. Infatti, se si considerano le autovetture e i veicoli commerciali leggeri (che in molti Paesi vengono in buona parte utilizzati come autovetture), il bilancio delle immatricolazioni nel primo semestre 2010 chiude in crescita del 45,5% in Cina, del 30,7% in India, del 21,3% in Giappone, del 16,9% in Australia, del 16,7% negli Stati Uniti, del 7,9% in Canada e del 7,5% in Brasile. Nella maggior parte dei casi la forte ripresa del mercato è dovuta a una politica di incentivi alla domanda e, spesso, anche direttamente alle industrie automobilistiche, politica adottata tempestivamente e sapientemente gestita per quanto riguarda l’entità degli aiuti e i tempi di intervento. Nuovi incentivi nel nostro Paese vengono chiesti con molta forza da Federauto, che è la federazione dei concessionari auto di tutte le marche. Questa richiesta è perfettamente coerente con le valutazioni dei concessionari che emergono dall’inchiesta congiunturale mensile condotta dal Centro Studi Promotor GL events a fine luglio. Dalla rilevazione emerge che ben l’86% del campione rappresentativo di concessionari interpellati giudica basso il livello di acquisizione di ordini, mentre l’88% segnala bassa affluenza di visitatori nei saloni espositivi e il 90% denuncia che la remuneratività delle vendite è scesa su livelli insoddisfacenti.
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