(9Colonne) – Roma, 18 mag – Ieri la denuncia del quotidiano La Stampa secondo il quale in Italia circolano ben 574.215 auto blu, che messe in fila “arriverebbe da Roma a Mosca”, per un costo di 18,23 miliardi di euro, in pratica una mezza Finanziaria e che vedono l’Italia con il record mondiale di vetture di servizio, prima degli Stati Uniti che ne utilizza 73 mila e della Francia che ne ha 65 mila. Oggi il Messaggero torna sull’argomento con una inchiesta dedicata alle auto blu di Roma. Secondo il quotidiano sono almeno 15 mila: “Se si mettessero una dietro l’altra formerebbero una fila lunga 60 chilometri. Praticamente un serpentone di lamiera da piazza del Popolo a Latina”. Un computo peraltro difficile da fare, nota il quotidiano, visto che “bisogna sommare i dati di oltre 500 tra aziende pubbliche e private, amministrazioni locali e sedi di rappresentanza, organi costituzionali, banche, sindacati e sedi diplomatiche straniere. Basti pensare che all’ombra del Colosseo ci sono 144 ambasciate. E quasi tutte vanno moltiplicate per tre perché a Roma ci sono anche le ambasciate presso la Fao e quelle presso la Santa Sede. Dati che vanno incrociati con quelli dell’archivio dell’Atac, l’agenzia della Mobilità che gestisce le telecamere per l’accesso al centro storico di Roma (che guarda caso si chiama Fascia Blu). Chi ha un’auto blu e vuole circolare a Roma, infatti, non può certo fare a meno di richiedere il permesso per la Ztl del centro dove hanno la sede i più importanti uffici del Paese. Soltanto così si arriva ad una stima, per difetto, di 15.000 ammiraglie che ogni giorno invadono Roma. Fino a gennaio, quando è entrato in vigore un deciso giro di vite del Campidoglio, sono stati rilasciati 12.247 permessi: organi costituzionali (1.628), enti pubblici o a partecipazione pubblica (2.264), partiti politici (216), sindacati (165), ambasciate (935), banche (397), attività terziarie (5.815) e Vaticano (278). Una cifra alla quale bisogna aggiungere le auto del ministero dell’Interno e della Giustizia utilizzate per le scorte e tutte quelle degli Stati Maggiori”, “poi tutte le auto blu dei 120 comuni della provincia di Roma (quelle dei sindaci e degli assessori che spesso e volentieri raggiungono la Capitale)”.
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