(Teleborsa) – E’ stato pubblicato in marzo lo studio “La filiera dello stile e le politiche industriali per l’automotive in Piemonte e in Europa” interamente curato da Giuseppe Calabrese, dirigente di ricerca presso il Ceris-CNR (Istituto di Ricerca sull’Impresa e lo Sviluppo del Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Moncalieri. Nella presentazione del volume Leonardo Fioravanti ha commentato: “Quello della filiera dello stile dell’auto è proprio un calzante esempio di Italian Concept con una particolarità unica al mondo: ci sono delle magnifiche attività italiane del «Made in» di grande valore che hanno però nel mondo attività paragonabili; per esempio la moda e l’arredamento. Quella dell’auto invece, si può dire obiettivamente, rappresenta una valenza sistemica di prodotto e di processo esclusiva”. Nella filiera operano infatti numerose società di piccola dimensione, spesso sconosciute, focalizzate nel segmento del design, molte delle quali sono nate come spin-off dagli stessi centri stile delle case auto. Si tratta di produttori di eccellenza che vantano ottime referenze sotto il profilo dell’immagine e della creatività, non solo stilistica ma anche realizzativa. Dalla ricerca sono emerse alcune peculiarità distintive del campione di imprese piemontesi attive nella filiera dello stile dell’auto rispetto al panorama imprenditoriale nazionale e regionale nel suo complesso. Il consolidamento aziendale è uno dei fattori maggiormente significativi: il 40% delle aziende del campione1 risulta costituito da medie imprese, il 52% da piccole imprese e il 7% da micro imprese (meno di 10 dipendenti e un fatturato annuo non superiore a 2 milioni di euro). Tali dati si discostano notevolmente da quelli delle principali regioni industrializzate italiane, dove le micro società rappresentano circa il 60%, mentre appena l’11% è costituito da imprese medio-grandi. Inoltre, solo un terzo delle aziende analizzate è identificabile come impresa di tipo familiare, mentre lo è quasi l’82% delle imprese a livello nazionale. Si segnala inoltre un’attiva partecipazione alla cosiddetta economia della conoscenza: il 25,8% dei dipendenti delle imprese analizzate sono laureati, contro una media del 10,3% tra le imprese manifatturiere piemontesi (dato 2007). Ancor più rilevante è la percentuale di imprese della filiera che effettua corsi di formazione: l’81,9% rispetto al 19,7% delle aziende manifatturiere regionali. Quanto agli investimenti in ricerca e sviluppo, le imprese intervistate hanno dichiarato che il budget riservato a tale voce di spesa è stato complessivamente pari al 2,1% del fatturato dell’ultimo anno, risultato ragguardevole se paragonato all’1,2% di spesa media delle imprese piemontesi. Un ulteriore fattore distintivo è rappresentato dal livello delle esportazioni, pari al 56,7% del fatturato, quindi ampiamente superiore sia a quello dell’intera regione Piemonte (circa il 30%) che al dato nazionale (circa il 20%). Come è stato ampiamente sottolineato dalla ricerca, l’unanime apprezzamento cha ha sempre accompagnato l’attività di progettazione piemontese ha permesso ai creatori e trasformatori di stile dell’auto di diventare punto di riferimento per numerosi committenti stranieri ed ha contribuito ad incrementarne l’offerta. La concorrenza nel settore sta infatti crescendo in misura notevole, mentre il design si conferma come elemento strategico per le nuove sfide globali in grado di determinare la competitività della regione e, in misura più ampia, del Paese. Il curatore della ricerca, Giuseppe Calabrese, osserva infine nelle conclusioni: “[…] da soli, gusto e creatività non sono sufficienti: vanno supportati tenacemente da continui investimenti in nuove tecnologie e da una formazione ad alto livello. Solo così la filiera dello stile dell’auto di Torino riuscirà a mantenere la sua posizione di punto di riferimento e la sua capacità di influenzare, attraverso i suoi talenti, l’evoluzione stessa del concetto di prodotto industriale”.
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