Economia

Auto: Anfia, come rilanciare la competitività della filiera (2)

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

(Teleborsa) – Per i veicoli commerciali leggeri, a fronte di una ripresa della produzione industriale e un miglioramento dell’indice di fiducia delle imprese, anche se con scarsa visibilità per i mesi futuri, si è registrato un leggero miglioramento di mercato, a fronte di un forte calo nel 2009. ‘‘L’industria automobilistica a livello mondiale sta affrontando due sfide chiave — ha dichiarato Eugenio Razelli, Presidente di ANFIA. La prima è la sfida della mobilità sostenibile — che per noi vuol dire più pulita, più eco-compatibile, più sicura, più intelligente, più accessibile — per la quale sono richiesti grandi investimenti in tecnologia dei veicoli, combinati con investimenti in infrastrutture, intermodalità ed educazione dei conducenti. La nostra filiera è impegnata a rendere i motori a combustione interna sempre più competitivi e a sviluppare carburanti alternativi (metano, GPL, elettrico — puro e ibrido — e idrogeno), per i quali è necessario il supporto di adeguate e capillari infrastrutture. L’impatto dei veicoli verdi deve essere valutato con il metodo Well to Wheel, che prende in considerazione le emissioni dalla produzione allo smaltimento del veicolo. La seconda sfida — ha proseguito Razelli — è quella della competitività del settore, che la crisi economica da un lato e la sempre maggior globalizzazione dall’altro, hanno reso ancor più ‘sfidante’. Per vincerla, occorre l’impegno sia dell’industria, sia delle istituzioni e degli altri partner della filiera. A livello europeo è fondamentale per le imprese poter contare su un sistema tariffario equo che non sposti la competitività a favore di altri sistemi economici. Riteniamo che l’UE debba rivedere la sua politica commerciale, che fino ad oggi si è concretizzata in concessioni troppo spesso ingiustificate ai nostri partner commerciali. Condizioni paritarie devono regolare i negoziati a livello globale, facendoli precedere da adeguati studi d’impatto. A livello nazionale, le istituzioni devono creare le condizioni socio-economiche favorevoli alla competitività delle imprese, lavorare allo snellimento della macchina burocratica, riformare il fisco, investire sul rinnovamento infrastrutturale e aprirsi al nucleare Se tutto questo succederà, riprenderanno l’occupazione, il reddito medio pro-capite e la fiducia dei consumatori. Le nostre imprese, da parte loro, devono rilanciare la propria competitività lavorando sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica, sul lavoro e sul nuovo patto per per la produttività, sulla crescita dimensionale e sull’internazionalizzazione’’.