I CEO Rick Wagoner di GM, Alan Mulally di Ford e Robert Nardelli di Chrysler sono di fronte al Congresso Usa per piangere miseria ed elemosinare altri $25 miliardi di dollari, solo per rimanere in vita ed evitare la bancarotta. Le tre Big dell’auto di Detroit sono ora le tre big del fallimento, simbolo di come non si gestisce un’ azienda. Continua cosi’ la scandalosa commedia del finto capitalismo americano trasformatosi in assistenzialismo elargito dai politici di Washington.
Rick Wagoner di GM ha gia’ presentato, stando ai primi dispacci di agenzia, un piano di ristrutturazione che prevede per lui uno stipendio di $1 all’anno. Il progetto prevede anche l’eliminazione di alcuni marchi famosi ma non redditizi di General Motors, e il consolidamento di migliaia di concessionari negli Stati Uniti.
C’e’ grande attesa, quindi, per maggiori dettagli su questi piani cosiddetti strategici, che hanno come obiettivo ottenere i fondi governativi. Nel preborsa si respira un certo ottimismo a riguardo, con GM in progresso del 13% e Ford in crescita dell’8% circa.
Sui piani, si sa qualcosa di Ford. Auto piu’ piccole e pulite e un taglio ai compensi dell’ad Alan Mullaly. Sono due punti del piano di salvataggio della n. 2 di Detroit. Nel progetto Ford indicherebbe la volonta’ di riorientare la produzione verso auto piu’ piccole e rispettose dell’ambiente, al contrario dei pick-up che al momento rappresentano i modelli di punta.