New York – Il livello rischio sul credito dei 30 principali istituti finanziari al mondo ha appena rotto un livello importante, ed è arrivato ai massimi da 4 mesi, a 135 punti base, con il rialzo di 3 settimane (+14%) inferiore solo a quello del novembre 2010.
La lista delle 30 banche che riportiamo in pagina è stata creata dal Financial Stability Board (l’organismo presieduto dal futuro presidente della Bce e attuale Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi) per valutare il rischio percepito nel sistema finanziario. I valori nella tabella rappresentano la media ponderata dei CDS (credit default swaps) a 5 anni di questi 30 istituti, raggruppati per aree geografiche, che di fatto sono i piu’ grandi a livello globale e quelli la cui tenuta e solidita’ pongono nel medio-lungo periodo le piu’ forti preoccupazioni. Maggiore il valore del CDS, maggiore è il rischio di credito percepito per il sistema finanziario globale. Ovviamente, essendo tra le banche più importanti, ogni eventuale insolvenza avrebbe un impatto proporzionalmente maggiore.
Seppur il livello non sia ancora critico o tale da destare allarme immediato, di fatto sta crescendo rapidamente e sta raggiungendo livelli significativi per un’attenta valutazione a fini del risk management. Un rialzo del 14% nelle ultime 3 settimane è una crescita molto rapida e i livelli attuali sono ormai prossimi al doppio rispetto ai valori precedenti la crisi finanziaria.
Analizzando la tabella per area geografica, vediamo come la concentrazione sia più evidente per gli istituti europei, rispetto a quelli nord americani e asiatici. La differenza tra il peggiore e il migliore è notevole, ma quello che interesse è la tendenza di un valore in continuo rialzo. La media per le banche europee è di 138 punti base, quella delle banche del Nord America di 120 punti base e quella degli istituti asiatici di 126 punti base. Il CDS di Unicredit e’ prezzato 168 e quello di IntesaSanpaolo 151, quindi ben oltre la media sia mondiale che di area.
Da un certo punto di vista questo maggiore rischio è giustificato, considerando il rialzo dei tassi di interesse in Cina (e l’eventuale scoppio della bolla sul mercato immobiliare cinese), il disastro del terremoto e dello tsunami in Giappone (oltre alla crisi macroeconomica e demografica), la crisi del debito dei paesi PIIGS in Europa e la situazione finanziaria americana. Oltre alla componente paese poi, si aggiunga il fatto che il sistema finanziario globale è sempre più correlato e il rischio di contagio si intensifica. Basta osservare la seconda tabella qui sotto.
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