E’ presumibilmente di decine di migliaia, tra morti e feriti, il bilancio dell’ondata terroristica che alle 9 del mattino negli USA (nel pomeriggio in Italia) ha iniziato a colpire l’America.
Le Twin Towers a New York, colpite nel giro di pochi minuti da due aerei (un Boeing 767 dell’American Airlines e un Boeing 737 della United) sono implose e non esistono più. All’interno avrebbero potuto esserci fino a 50.000 persone, tra impiegati e turisti, sparse per i 110 piani che ognuno dei due grattacieli contava.
A Washington il Pentagono è stato colpito due volte. E’ esplosa anche un’auto bomba al dipartimento di stato.
Nei pressi di Pittsburgh è caduto un altro aereo, ma non si conosce ancora l’esito del disastro e se sia stato colpito un obiettivo in particolare.
La compagnia American Airlines ha ammesso la perdita di due aerei, utilizzati dagli attentatori.
Il confine USA-Messico è stato sigillato così come quello con il Canada e gli USA hanno chiuso il loro spazio aereo. Inoltre il palazzo dell’ONU è stato evacuato, la borsa di Wall Street non ha nemmeno aperto.
Quello che si sta svolgendo oggi è il più grosso attacco terroristico mai verificatosi fino ad ora. In quanto a entità e sorpesa, sebbene sembra che l’FBI fosse stata informata pochi minuti prima della possibilità di attacchi terroristici, l’evento ricorda per gravità l’attacco giapponese a Pearl Harbour.
L’America rischia di trovarsi in ginocchio e tamburi di guerra si odono in tutto il mondo, con le borse crollate e il petrolio alle stelle.
L’aria è quella di guerra. Il sindaco di New York Rudolph Giuliani ha invitato i cittadini di Manhattan a conservare la calma, ma ha chiesto rinforzi. Tutti gli ospedali dell’isola sono pieni.
Tutti i velivoli in volo nello spazio aereo degli Stati Uniti sono stati fatti atterrare. Il Presidente George Bush, che al momento degli attacchi si trovava in Florida, non ha ancora dichiarato lo stato di guerra.
Secondo il canale televisivo Cnn gli attacchi terroristici sono stati rivendicati dal gruppo estremista islamico Jihad. ”Sono la conseguenza della politica degli Stati Uniti in Medio Oriente”, ha detto un esponente della Jihad.
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