Michael Armstrong, presidente e amministratore delegato di AT&T (T), ha ottenuto dal consiglio di amministrazione il via libera per riorganizzare la societa’ dando vita a due due unita’ distinte, una per la televisione via cavo e una per la telefonia cellulare.
L’ambizioso e intricato progetto prevede la creazione di un ‘trading stock’ (un titolo che misura la performance) per la divisione di telefonia su lunga distanza dedicata all’utenza domestica.
Il quarto spezzone di AT&T controllera’ infine il sistema di network, la gigantesca rete di cavi e connessioni satellitari in grado di coprire l’intero pianeta.
L’annuncio ufficiale dell’operazione e’ atteso per domani, ma sempre piu’ dettagli vengono lasciati filtrare ad arte sui mercati finanziari.
La posta in gioco e’ enorme: dopo che le trattative di fusione con British Telecom si sono definitivamente arenate, questa sembra essere l’ultima carta che Armstrong puo’ giocare per invertire la parabola discendente del titolo in borsa e placare le ire degli investitori.
Le azioni AT&T hanno lasciato sul terreno il 46% del valore dall’inizio dell’anno, pari a una perdita di $58,7 miliardi in termini di capitalizzazione di mercato.
La reazione dei mercati per ora e’ stata positiva, anche se tiepida, ma non mancano le voci di dissenso.
“Tutti i grandi gruppi di telecomunicazioni al mondo puntano a diventare piu’ grandi – commenta Michael Gallipo, manager di un fondo di investimento – qui invece stiamo andando nella direzione opposta”.