Economia

Aste: Spagna e Italia giunte al momento della verita’

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New York – Dopo il costante rialzo dei rendimenti visto nelle ultime emissioni del debito sovrano, i due paesi piu’ forti tra quelli del sud d’Europa stanno facendo fatica a trovare un modo per attirare gli investitori.

Nonostante gli acquisti sul secondario da parte della Bce – iniziati l’8 agosto dopo che la paura di un contagio della crisi del debito ha spinto i rendimenti ai record assoluti – Italia e Spagna potrebbero vedersi costrette a ridurre l’offerta di bond, scrive Bloomberg, citando il parere di diversi analisti.

Italia e Spagna contano sugli investitori nel mercato secondario e sui soldi raccolti dalle vendite di asset statali per arrivare alla fine dell’anno senza subire troppi danni, secondo gli strategist di Barclays Capital e UBS AG.

“Il prossimo trimestre sara’ molto difficile per l’Italia e la Spagna: ogni singola asta sara’ scrutinata con estrema attenzione”, dice a Bloomberg Nicola Marinelli, fund manager di Glendevon King Asset Management, aggiungendo che “se il mercato sa che devono rifinanziarsi in un constesto cosi’ difficile, allora sara’ molto dura. E se ci fosse alcuna indicazione del fatto che possa venire a mancare il sostegno della Bce, allora le aste avranno un esito disastroso”.

Il rendimento extra che gli investitori pretendono per detenere un bond a dieci anni spagnolo al posto dell’omologo tedesco, il titolo di riferimento della regione, si e’ ampliato a 418 punti base il 5 agosto, ai massimi dall’introduzione dell’euro nel 1999. Lo spread tra BTP e Bund ha raggiunto quota 416 nello stesso giorno.

Il differenziale tra i bond spagnoli e quelli tedeschi ha testato i 374 punti la settimana scorsa, il livello piu’ alto da quando la banca centrale ha annunciato di aver dato il via al suo piano di acquisto del debito dei Piigs sul secondario. Lo spread Btp/Bund e’ risalito a 413. Il rendimento del decennale italiano e’ in rialzo di due punti base al 5,64%, sopra il 5,2% del bond rispettivo iberico.

Giovedi’ sono in programma aste importanti di Buoni del Tesoro Poliennali, che potrebbero rivelarsi decisive. In negativo o in positivo. E in tutti i sensi, non solo a livello di morale.

L’Italia deve ancora vendere sul mercato il 27% dei 226 miliardi di euro di debito circolanti da emettere nel 2011. La Spagna il 30% di 93,8 miliardi complessivi, secondo le stime di Credti Suisse.

La media della regione dell’area euro – secondo i calcoli della bancha svizzera – e’ del 22%. Paesi che possono contare su un rating di tripla A come Finlandia e Germania hanno ancora il 28 e 27% di bond da mettere all’asta, rispettivamente. Belgio e Francia sono quelle messe meglio, con nell’ordine il 12% e il 9%.

“Sara’ un autunno pieno di insidie per l’Italia e la Spagna, con i rendimenti che sono a livelli niente affatto congeniali”, dice a Bloomgberg Huw Worthington, fixed-income strategist di Barclays Capital. “Saranno in grado di raccogliere finanziamenti in qualche mondo, tramite privatizzazioni o con l’aiuto della Bce”.

Rimane il fatto che i mercati sono estremamente nervosi e l’Italia puo’ ridurre la somma da racimolare a un “minimo scarso” di 215 miliardi di euro. Non puo’ fare di piu’. Secondo i calcoli degli strategist di Commerzbank AG, Roma ha bisogno di 10 aste nel quarto trimestre, mentre Madrid sei.