Roma – Il Tesoro italiano ha proceduto oggi a un’altra emissione, dopo i collocamenti dei giorni scorsi. Emessi BTP con scadenza nel marzo del 2022 (dunque a 11 anni), BTP con scadenza ad agosto nel 2021 (a dieci anni), titoli a tre anni con scadenza a luglio 2014 e CCTEU a quattro anni.
Si tratta della prima emissione obbligazionaria a lungo termine da quando S&P ha tagliato il rating sull’Italia.
Ecco i risultati: riguardo ai bond con scadenza nel 2022, dunque a undici anni, l’Italia ha collocato un ammontare di 2,47 miliardi di euro, a un rendimento in rialzo al 5,86%, contro il 5,22% dell’asta precedente. Per i tassi si tratta del massimo assoluto dal 1997, cioe’ da 14 anni.
Il Tesoro ha collocato anche BTP a scadenza nel 2021 (a dieci anni) per un valore di 1,3 miliardi di euro, a un rendimento del 5,49%. Altri titoli collocati sono stati i bond a tre anni, per un valore di 3,14 miliardi di euro: in questo caso il balzo del rendimento è stato notevole, dal 3,87% precedente al 4,68%. Il rapporto tra domanda e offerta si è attestato a 1,36, in lieve rialzo rispetto a 1,32 dell’ultima asta.
Infine, sono stati emessi CCTEU a quattro anni, dunque a scadenza nel 2015, a un rendimento pari al 5,63% e per un valore di 926 milioni di euro. Il totale delle emissioni è stato di 7,9 miliardi di euro. Sotto i riflettori la crescita dei rendimenti nonostante gli interventi della Bce.
Forte in generale l’aumento dei rendimenti, che sono volati al massimo dall’introduzione dell’euro, ovvero dal 1999. Subito dopo l’asta, i rendimenti dei titoli di stato decennali non subiscono grandi scossoni, attestandosi al 5,636%; il valore è comunque molto alto rispetto agli omologhi spagnoli, pari al 5,067%; lo spread BTP/Germania, anche, rimane attorno ai 369 punti (a fronte di un differenziale Spagna/Germania al 312), e il rischio Italia è a quota 467 (contro i 389 della Spagna).
Prima che venissero diffusi i risultati dell’asta, voci di mercato insistenti parlavano del rischio di un forte rialzo dei rendimenti, che in effetti si è avverato. “Fino a quanto l’ammontare offerto viene coperto, la situazione non cambierà di molto – ha commentato Marc Ostwald, strategist del mercato del reddito fisso presso Monument Securities, di Londra – Ma l’Italia ha sulle spalle ancora troppi debiti, è caratterizzata da un governo nocivo e diviso, e ha bisogno di dare il via molto presto alle riforme strutturali, sperando che la Grecia non scivoli in una condizione di default, e che la situazione tendi a migliorare”.
Il problema è ben riflesso nei rendimenti, che nel mese di agosto sono arrivati a volare al massimo dall’introduzione dell’euro e che al momento si attestano poco al di sotto della soglia pari al 6%. Gli acquisti sui bond italiani (e anche spagnoli) che la Bce ha iniziato a effettuare lo scorso 8 agosto hanno calmato la situazione, ma è anche vero che il valore dei titoli di stato italiani ha perso la maggior parte dei guadagni che era riuscito a mettere a segno grazie al sostegno dell’istituto di Francoforte: di conseguenza, i rendimenti sono tornati a salire.
IL SOMMARIO DELLE ASTE DI QUESTA SETTIMANA
L’asta è successiva alle due precedenti che hanno caratterizzato questa settimana. Nella giornata di mercoledì Wall Street, il Tesoro italiano ha emesso titoli di stato per 14,5 miliardi di euro complessivi tra cui Ctz a scadenza nel 2013 per 3,5 miliardi di euro, e Bot a sei mesi o a 182 giorni.
L’emissione ha messo in evidenza il forte balzo dei rendimenti rispetto alle aste precedenti, nel caso dei Ctz e dei Bot. I rendimenti dei Bot a sei mesi sono aumentati infatti al 3,071% , al massimo dal settembre del 2008, contro il 2,14% precedente: l’aumento è stato dunque di quasi 100 punti base. Il bid-to-cover è migliorato a 1,74, contro l’1,66 dell’emissione di agosto.
Nel caso dei Ctz, i rendimenti sono saliti al 4,511%, dal 3,41% dell’ultima asta, al massimo dal luglio del 2008. Anche in questo caso, dunque, è stato sostenuto il rialzo degli yield. E’ peggiorato inoltre il bid-to-cover, sceso da 1,94 a 1,57.
Nella giornata di ieri, invece, l’emissione,emissione, del valore di 750 milioni di euro, ha avuto per oggetto i BTP indicizzati all’inflazione europea. Il collocamento ha avuto per oggetto la ventesima tranche del Buono 15 settembre 2019 al massimo dell’offerta, visto che l’offerta oscillava tra EUR500,0 mln e EUR750,0 mln.
I rendimenti si sono attestati al 4,29%, in deciso rialzo rispetto al 2,07% dell’asta di febbraio e in crescita anche rispetto al 4,51% registrati nel mercato secondario prima dell’emissione. La domanda è stata invece decisamente solida, con il rapporto bid-to-cover che si è attestato a quota 2,1, rispetto al rapporto ben inferiore, pari a 1,5, dell’asta precedente.