Atene – Il Tesoro greco ha collocato 1,625 miliardi di euro di titoli a 3 mesi, con rendimento in lieve calo rispetto all’ultima asta di aprile.
Il bid-to-cover si è attestato a 3,3, contro il 3,45 registrato nell’asta precedente, mentre il rendimento è sceso al 4,06% dal 4,10%. Gli investitori esteri hanno coperto il 31% dell’emissione, contro il 36% dell’asta precedente.
Il debito della Grecia e soprattutto il destino del paese continua a essere sotto i riflettori. Voci di ristrutturazione si alternano a piani che dovrebbero essere più miti. E lo stesso numero uno di Templeton Emerging Market Mark Mobius mette in guardia contro un eventuale default del paese che potrebbe essere incontenibile e avere un effetto contagio, colpendo Irlanda e Portogallo in particolare.
Intervistato da Class Cnbc, Marco Primavera di Mts, ribadisce comunque l’effetto positivo che arriva dall’asta grecia: “C’era un latente potenziale di acquisto sui titoli greci, irlandesi e portoghesi” e la notizia relativa al calo dei rendimenti dei titoli collocati è accolta con favore. “Da segnalare poi anche l’asta della Spagna, che ha assistito anche in questo caso a un calo dei rendimenti”.
L’acquisto dei titoli periferici mette lievemente sotto pressione il Bund, che cede appena un paio di punti base, con il rendimento che si attesta al 3,12%.
Tornando all’asta spagnola, oggi la Spagna ha collocato titoli di stato a 12 e 18 mesi. In particolare, sono stati emessi T-bill per un valore di 5,5 miliardi di euro; i titoli a 12 mesi hanno visto il rendimento al 2,546%, in calo contro il 2,770% di aprile, mentre riguardo ai bond a 18 mesi lo yield è calato al 3,095%, contro il 3,364%.
“L’asta è andata molto bene, ha registrato una forte domanda e in calo nei costi di finanziamento. Questo fa guardare con ottimismo alle aste di giovedì”, ha commentato Chiara Cremonesi, economista di Unicredit, in una intervista a Reuters.