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Asta: emessi BTP a scadenza 2023 al 7,30%, nuovo record

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Roma – Il Tesoro italiano ha emesso BTP indicizzati all’inflazione con scadenza nel 2023 al 7,30%, in crescita di ben 2,7 punti rispetto all’asta precedente, risalente a un anno fa, e per un valore di 567 milioni di euro. L’emissione è avvenuta nella fascia bassa del range previsto, pari a 500/750 milioni di euro.

E’ gia’ la seconda volta nel giro di una settimana che il Tesoro deve pagare un tasso superiore al 7%, una soglia che ha spinto Grecia, Portogalo e Irlanda a chiedere aiuto a Bce, Ue e Fmi per evitare il crack.

L’esito della nuova asta arriva dopo i risultati del collocamento shock della settimana scorsa, che hanno visto rendimenti di titoli a due anni volare all’8% circa.

L’asta odierna, indicizzata all’inflazione, mette in evidenza un fattore preoccupante: il 7,30% è un valore molto alto, se si considera che si tratta di tassi reali in quanto appunto depurati dalla componente inflativa. La domanda e’ stata 2,16 volte pari all’ammontare venduto.

Lo spread Italia/Germania rimane sotto quota 500 punti, a 478 punti. A questo punto l’attesa è per l’asta di domani, che avrà per oggetto un collocamento compreso tra 5 e 8 miliardi di euro.

Il costo per prendere denaro in prestito e’ salito ai massimi di 14 anni nelle ultime aste: e’ un chiaro segnale di come gli investitori si stiano dando alla fuga dai bond italiani. A preoccupare e’ la dubbia sostenibilita’ del secondo maggiore debito pubblico d’Europa.

Il primo ministro Mario Monti si prepara a varare nuove misure di austerita’ per ridurre l’ammontare del debito, che al momento si attesta in area 1.900 miliardi di euro, e rilanciare la crescita di un’economia che da oltre dieci anni e’ inferiore alla media dell’area euro.

Domani il Tesoro sara’ chiamato a superare una prova molto piu’ complicata e importante. L’emissione di 8 miliardi di euro di titoli a tre scadenze differenti, tra cui anche decennali, sara’ un appuntamento chiave per testare il polso del mercato e la fiducia sull’Italia.