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Asta Btp: rendimenti al top dal 2009

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L’Italia ha collocato Btp per 6 miliardi sulle scadenze 5 e 15 anni. La domanda è stata buona, ma i rendimenti hanno segnato un rialzo. Sulla scadenza quinquennale, il tasso medio è salito al 3,67% dal 3,24% dell’asta del 12 novembre scorso, mentre la domanda è rimasta stabile con il ‘bid-to cover ratio’ (rapporto fra domanda e offerta) pari a 1,41, il medesimo dell’asta di novembre. Sulla scadenza 2026, il rendimento medio è salito al 5,06% dal 4,81% precedente e la domanda ha segnato un aumento con bid- to cover ratio di 1,42 contro l’1,3 di novembre.

Di fatto, come spiega MF online, il rendimento sui 5 anni ha toccato il massimo da gennaio 2009, quello sui 15 anni da giugno 2009.

L’effetto è stato comunque di uno spread di rendimento tra il Btp decennale e il Bund tedesco in calo a 168, dopo che all’inizio di settimana si era toccato un picco di 204 punti.

In porto anche l’asta dei titoli di stato della Spagna. Madrid ha collocato 3 miliardi di euro di Bonos, cedola 3,25%, scadenza aprile 2016, al rendimento 4,54% in deciso aumento rispetto alla precedente asta (3,58%), ma sostanzialmente in linea con i corsi del mercato secondario. Gli analisti avevano stimato inoltre un incremento al 4,8%.

Intanto si apprende che, all’indomani dell’asta del Portogallo, la Cina ha acquistato titoli di Stato del Portogallo per un miliardo di euro attraverso un collocamento privato con un rendimento superiore a quello di mercato. E’ quanto scrive il quotidiano Journal de Negocios indicando che il Portogallo corrispondera’ ai cinesi un tasso di interesse del 4,75% per l’emissione a 18 mesi rispetto al 3,97% dell’asta di ieri.

Guardando alla performance degli spread, è evidente che le tensioni sul destino dei Piigs si allentano, complici anche alcune dichiarazioni ufficiali. Prima dell’esito dell’asta spagnola, in una intervista al canale televisivo Cnbc, ha parlato Elena Salgano, ministro delle Finanze spagnolo. Salgado ha negato il bisogno, da parte della Spagna, di un’assistenza esterna. Se la domanda è se abbiamo bisogno di un “bailout, la risposta è sicuramente no”, ha rassicurato.