(Teleborsa) – Prosegue la conquista dei mercati extra-europei più dinamici da parte delle imprese italiane: nel periodo 2000-2010, a fronte di una crescita media annua delle vendite di prodotti italiani al di fuori dell’UE a 27 del 4%, alcune realtà dei Paesi BRIC come la Cina, l’India, la Russia hanno sperimentato un incremento medio rispettivamente del 14,4%, 12,4% e 11,9%. “I Paesi extra-europei si confermano protagonisti della ripresa dell’export italiano, con una crescita del 13,2% su base annua nel solo primo semestre 2010 e una quota sull’export complessivo che ha raggiunto il 43% circa. – afferma Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero – Già da diverso tempo, infatti, le nostre imprese hanno avviato una strategia di progressivo riposizionamento nei mercati più dinamici dell’Area, che stanno trainando la ripresa mondiale. Ciò a fronte, invece, di un calo delle esportazioni verso le economie più “mature”, come Giappone e Stati Uniti. Basti pensare, ad esempio, che nel 2004 i due Paesi rappresentavano insieme un quarto dell’export italiano in ambito extra-europeo, quota che ad oggi risulta in calo di oltre otto punti percentuali e pari al 16,7%”. Buone le performance in Brasile: con un valore delle vendite pari a 1,4 miliardi di euro nei primi cinque mesi dell’anno, nel 2010 l’Italia supera la Francia e diventa il secondo esportatore europeo su questo mercato, alla spalle della Germania, grazie ad un incremento delle vendite che sfiora il 50% su base annua. Sul podio dei settori di punta troviamo meccanica, mezzi di trasporto e prodotti in metallo. In particolare, solo nell’ultimo anno, le vendite di mezzi di trasporto sono aumentate del 53% circa e rappresentano il 19% dell’export complessivo, in virtù soprattutto di alcuni sottocomparti come la componentistica auto, che nell’ambito del settore detiene una quota dell’82%. Anche la Turchia è un partner commerciale strategico per l’Italia: nel primo semestre 2010, il Made in Italy incrementa le proprie vendite del 54% su base annua, con un valore pari a 3,8 miliardi di euro. La Turchia supera così la Russia (ferma ad un valore di 3,4 miliardi) e diventa il terzo mercato di sbocco dei prodotti italiani nell’Area extra-europea, preceduta da Stati Uniti e Cina, non considerando la Svizzera, che comunque è il secondo Paese di destinazione delle nostre merci al di fuori dell’Unione. Nei primi sei mesi del 2010 il surplus della bilancia commerciale italiana con la Turchia è aumentato di oltre 800 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2009, passando da 280 milioni a 1,1 miliardi di euro. Come per il Brasile, i settori trainanti dell’export sono meccanica, mezzi di trasporto (per un terzo si tratta di vendite di autoveicoli) e prodotti in metallo.
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