(Teleborsa) – L’attenzione del Governo Indiano e’ sempre più focalizzata sulla costruzione di strade, ferrovie, aeroporti, infrastrutture urbane, edilizia pubblica e privata, strutture per l’energia e l’assistenza sanitaria e nel quinquennio 2013-17 investirà oltre 750 miliardi di Euro. E’ quanto si legge inun comunicato di Assocamerestero. “Le opportunità offerte dal mercato indiano delle infrastrutture e dell’edilizia sono chiare e nei prossimi dieci anni sono previsti 18 miliardi di Euro di investimenti provenienti dall’estero. Nonostante ciò la presenza di imprese italiane in India è ancora estremamente limitata” – afferma Mr. Narinder Nayar, presidente della Indo-Italian Chamber of Commerce & Industry (IICCI). – “Per far conoscere alle imprese italiane gli strumenti per cogliere le opportunità offerte dal mercato indiano, la IICCI, in collaborazione con alcune delle principali imprese italiane che operano nel Paese, ha creato un progetto speciale dedicato alle infrastrutture e all’edilizia pensato per le aziende italiane attive nei settori dei materiali da costruzione, attrezzature e macchinari da costruzione, tecnologie ecologiche per l’edilizia e consulenza tecnica, come studi di ingegneria e architettura. Parte centrale del progetto è l’istituzione del Consiglio Indo-Italiano per le infrastrutture e l’edilizia, una piattaforma per supportare le aziende associate nel networking con le compagnie indiane, istituzioni e enti locali che operano in questi settori”. Il settore delle costruzioni è una componente chiave di questo processo e si prevede che contribuirà a creare diverse opportunità per numerosi altri settori quali l’acciaio, il cemento e le attrezzature per l’edilizia. Nel solo settore dell’edilizia residenziale si parla di oltre 20 milioni di nuove abitazioni necessarie nei prossimi 5 anni, di cui 6,7 milioni in aree urbane. Le cifre del settore immobiliare parlano chiaro: un valore attuale di circa 35 miliardi di Euro, ovvero il 4,5% del PIL, con una crescita registrata nel biennio 2008-09 del 30% e del 500% nella domanda di spazi per uffici per il settore IT nei prossimi 3 anni, 20 milioni di mq di spazi commerciali entro il 2010 (26 milioni di abitazioni) e oltre 50.000 nuove camere per l’hospitality entro i prossimi 5 anni. Direttamente collegato allo sviluppo dell’edilizia è il settore dei macchinari da costruzione, con una dimensione valutata intorno a 1,75 – 1,9 miliardi di Euro, una frazione del mercato mondiale che sta dimostrando il suo ottimo stato di salute crescendo a una media annua del 30%. Per rispondere prontamente alla crescente domanda domestica, legata soprattutto alle attività di perforazione e all’edilizia, le imprese indiane che producono macchinari stanno rafforzando le attuali attività e programmando di espandersi nei mercati esteri. Allo stesso tempo le maggiori industrie internazionali hanno grandi ambizioni rispetto al mercato indiano delle attrezzature per l’edilizia, considerando che il numero di macchine pro capite in India è ancora molto basso, 13 ogni milione di abitanti, rispetto alle 396 dell’America e le 96 della Cina. Il settore dei macchinari per l’edilizia è attualmente fornito da circa 200 produttori nazionali (piccoli, medi e grandi) ma, con la sua costante crescita e un mercato delle importazioni valutato intorno ai 300 milioni di Euro, avrà molto da offrire alle imprese italiane che sapranno rispondere prontamente alla domanda di mercato indiano. Dei 300 milioni di Euro di import, il 25% è costituito da macchinari per il movimento terra, per lo scavo e il trasporto. Molte delle apparecchiature pesanti di ingegneria sono importate in India e alcune aziende straniere hanno collaborazioni di joint venture per la fabbricazione in loco. I maggiori investimenti in infrastrutture e edilizia sono effettuati nelle grandi metropoli, Delhi, Mumbai e Bangalore, anche se recentemente città di dimensioni minori, quali Chennai, Calcutta, Hyderabad, Ahmedabad, Ludhiana, hanno registrato una crescita significativa. Il Governo indiano concede la possibilità di investimenti esteri al 100% in progetti immobiliari attraverso una procedura automatica. L’investimento minimo ammesso è di 7,30 milioni di Euro per società controllate al 100% e di 3,15 milioni di Euro per società a capitale misto. Nel caso di complessi residenziali, l’area minima da sviluppare è di 25 acri. Il rimpatrio completo dell’investimento è consentito dopo tre anni. Il modello aziendale preferito dagli investitori stranieri nel settore immobiliare è quello dei capitali di rischio/ fondi immobiliari (REFs) mentre per la realizzazione di complessi residenziali e industriali il modello scelto è quello della joint venture, mono o multi, che attenua il rischio connesso con l’entrata in mercati più giovani e emergenti. Il costruttore straniero contribuisce soprattutto con capitale, capacità ingegneristiche, marchio, tecnologie ecc., mentre il partner indiano mette a disposizione dell’impresa la terra, la conoscenza del mercato, del consumatore tipo, delle regolamentazioni e delle risorse locali. Un terzo modello d’investimento, utilizzato soprattutto per progetti di sviluppo infrastrutturale, è quello della collaborazione Governo-privato (Public Private Partnership-PPP) dove il Governo gioca un ruolo dinamico e sigla degli accordi con un collaboratore straniero.
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