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Assocamerestero: Est Europa, aumenta import Italia

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Sono in forte ascesa gli scambi commerciali tra l’Italia e i tre Paesi che entreranno nell’Ue (Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca e Ungheria) nei settori della meccanica e dell’elettronica. Lo rivela Assocamerestero. Nei primi sei mesi dell’anno infatti, rispetto allo stesso periodo del 2005, il nostro export cresce dello 0,6 per cento, ma un vero balzo in avanti c’è stato per l’import: più 18 per cento. Per molte aziende europee infatti l’Europa dell’Est si sta rivelando un’area ideale dove delocalizzare, soprattutto per il basso costo del lavoro. Un operaio specializzato costa in media poco più di 300 euro al mese e un quadro non supera i mille. Nei giorni scorsi un gruppo di imprenditori veneti ha partecipato a una missione, organizzata grazie al contributo delle Camere di commercio italiane di Budapest, Bratislava e Praga, visitando i tre Paesi proprio per cogliere nuove opportunità di business. Nella Repubblica Ceca, il volume degli investimenti diretti, pari a 8,8 miliardi di euro nel 2005, ha riguardato per il 45 per cento le automobili e per il 16 per cento l’elettronica. Anche la struttura dei ricavi dal 2002 ad oggi vede una forte crescita di questi due settori. Per quanto riguarda la meccanica, la produzione è costituita per il 32 per cento da macchinari per usi specifici, dunque ad elevata tecnologia; per quanto concerne l’elettronica per il 47 per cento di apparecchi per le telecomunicazioni. Anche l’Ungheria sta dando forti segnali di vitalità, grazie a un’ottima manodopera qualificata. Il tasso di crescita delle nuove tecnologie ammonta al 10 per cento e l’elettronica ha costituito nel 2005 il 20 per cento della produzione industriale totale. Molte big del settore, come Compaq, Nokia e Siemens, hanno aperto grandi stabilimenti o centri di ricerca in Ungheria. La meccanica invece rappresenta il 52 per cento dell’industria manifatturiera, con un’incidenza del 10,5 per cento del settore automobilistico; ma negli ultimi mesi sono stati gli strumenti medici, ottici e di precisione a registrare la maggiore crescita di produzione (più 67,9 per cento). Migliaia di piccole aziende locali riforniscono grandi imprese automobilistiche come Fiat, Iveco, Audi, Opel, Suzuki. I parchi industriali sono più di 160. In Slovacchia, invece, è soprattutto il settore automobilistico a tirare. Nel Paese hanno aperto stabilimenti colossi del calibro di Volkswagen, Peugeot, Hyundai Kia. Successo sta riscuotendo la produttrice di cuscinetti Ina Gruppe dalla quale si riforniscono anche molte aziende italiane. Molto dinamico anche il settore elettronico, con forti investimenti da parte di Samsung, Sony e Philips. Intanto l’Ue chiederà l’intevento della Wto per costringere alcuni dei suoi partner commerciali a eliminare il mercato dei prodotti contraffatti. L’azione legale comunitaria ha per obiettivo Cina, Russia, Ucraina, Turchia e Cile.