
Bangkok – I listini asiatici tornano in rosso. L’attenzione si concentra sulle parole di Bernanke che, confermando il completamento del programma da 600 miliardi di dollari per l’acquisto di titoli di Stato, delinea una crescita economica statunitense “a un passo moderato” e “in qualche modo più lenta del previsto”. Invariati i tassi d’interesse tra zero e 0,25%. Non è stata fornita alcuna indicazione su ulteriori piani di stimolo e questo ha portato gli investitori a interrompere la scia positiva di buy. Il dollaro si rafforza e il cambio con l’euro torna a $1,4277.
L’indice Msci Asia Pacific perde circa lo 0,8%. Nikkei -0,34% in chiusura. Ottimo rialzo per il Shanghai Composite della Cina (+1,47%), nonostante l’indice di Hsbc parli di un rallentamento dell’attività manifatturiera, ai minimi dal luglio 2010. Per contro, perde l’Hang Seng di Hong Kong (-0,63%). I ribassi nel settore bancario e nel minerario influenzano l’Asx200 dell’Australia (-0,71%), il peggiore nella regione. Male anche il Kospi di Seul (-0,39%). Positivo lo Straits Times di Singapore (+0,07%).
“Le parole della Fed sono state un po’ pessimiste, per cui è normale che i mercati in giornata registrino dei cali”, ha detto a Bloomberg Peter Redward, head of emerging Asian research per Barclays Plc a Singapore. “Sarà un’estate piuttosto nervosa. Ci stiamo avventurando nell’ombra e non abbiamo ancora avuto una risoluzione del problema Grecia”.
La forza del dollaro trascina in ribasso le principali Commodities: Wti ($94,05, -1,43%), Brent ($113,01, -1,05%), oro ($1.547,2, -0,4%), argento ($36,245, -1,34%) e rame ($4,049, -0,95%).
Eurodollaro in calo, a $1,4277 (-0,38%).