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Arthur D. Little ed Exane BNP Paribas: lo standard LTE 4G è un must, ma non basterà a ripristin

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Il passaggio all’LTE 4G è una mossa ovvia per gli operatori europei delle telecomunicazioni, ma è improbabile che possa riportare i prezzi nel settore della telefonia mobile in Europa ai livelli passati. Questo è l’evidenza più rilevante emergente da 4G – going faster, but where?, (4G – Andare più veloci, ma verso quale meta?), lo studio annuale, giunto alla sua 12esima edizione, sulle telecomunicazioni redatto congiuntamente dalla società di consulenza direzionale Arthur D. Little e dal broker Exane BNP Paribas. Dal punto di vista economico, il passaggio all’LTE 4G è una scelta estremamente razionale per gli operatori europei. Infatti, per soddisfare di un’utenza affamata di dati, la rete 3G raggiungerà molto presto il punto di saturazione e 4G LTE offre la possibilità di superare questa impasse. Gli operatori prevedono che gli utenti adotteranno rapidamente la più alta velocità e la più bassa latenza del 4G e possono contare su una buona base di smartphone e tablets compatibili, portando al 54% la penetrazione dei dispositivi 4G entro il 2016. Lo studio conclude, tuttavia, che gli operatori mobili dovranno affrontare una grande sfida nella monetizzazione dei dati LTE 4G, con limitate possibilità di creare una differenziazione sostenibile. Si profila inoltre, fino al 2016, un calo dei ricavi del -1.8% (CAGR) per gli operatori europei; il settore potrebbe tornare a crescere se il traffico dati degli smartphone LTE generassero un ricavo medio per utente (ARPU) di 17€/per mese entro il 2016. Tuttavia questi rappresenta un significativo incremento rispetto ai ricavi attuali legati agli smartphone 3G, più basso di 7 Euro. Lo studio mette in evidenza cinque leve principali per gli operatori volte a migliorare le prospettive: nuove strutture tariffarie, partnership per sviluppare nuovi servizi, trasformazione dei costi; small cells & WiFi offload, condivisione delle reti. “Il 4G sarà un successo commerciale in Europa, ma è improbabile che ristabilisca l’equilibrio dei prezzi nel settore,” sostiene Didier Levy, Director di Arthur D. Little. “Per determinare una crescita del business ci sono alcune aree di innovazione su cui gli operatori europei dovrebbero focalizzarsi, tra cui l’introduzione di piani dati condivisi, che già hanno avuto successo negli Stati Uniti.” “I players con assets di ampio spettro, una struttura dei costi snella e una integrazione fisso-mobile sono ben posizionati” aggiunge Antoine Pradayrol di Exane BNP Paribas. Lo studio è stato condotto sul confronto con 91 aziende nel settore delle telecomunicazioni-media-tecnologia in 15 paesi. Per ulteriori informazioni, si prega di visitare www.adl.com/4G

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