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Arriva super-manovra, statali a rischio 13/a. Tfr ritardato. Berlusconi: ‘Il cuore sanguina’

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Roma – Il Consiglio dei ministri ha approvato la manovra anti-crisi. E’ quanto riferiscono fonti governative. Ci sono voluti 87 minuti al consiglio dei ministri per approvare la manovra aggiuntiva. Cominciata alle 18.37, la riunione si è conclusa alle 21.04, un’ora e ventisette minuti più tardi.

“Stasera siamo riusciti ad avere un voto all’unanimità dal Consiglio dei ministri sulla manovra”. Ha affermato il premier, Silvio Berlusconi, in conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Abbiamo lavorato febbrilmente. Un ringraziamento a ministro Giulio Tremonti e ai suoi collaboratori e tutti altri ministri”. La manovra varata oggi del consiglio dei ministri è per “una somma importante: 20 miliardi di euro per il 2012 e 25,5 per il 2013”. Ha detto il premier.

Il provvedimento è “equilibrato, si compone di tagli e di imposizioni”. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi aggiungendo: “Il nostro cuore gronda sangue, era un vanto del governo non avere mai messo le mani nelle tasche degli italiani ma la situazione mondiale è cambiata”.

Quest’anno dobbiamo rinnovare più di di 250 miliardi di euro. Lo ha spiegato il presidente del consiglio Silvio Berlusconi nella conferenza stampa alla fine del consiglio dei ministri che ha varato la manovra necessaria, ha detto Berlusconi perché la “speculazione finanziaria dopo essersi concentrata sulla Grecia si concentrasse sulla nostra posizione”.

“Non subiranno tagli le opere edilizie relative a carceri e scuola”. Ha precisato il Presidente del Consiglio. “Siamo addolorati per questa manovra ma soddisfatti per come siamo riusciti a lavorare insieme. Abbiamo fatto per intero il nostro dovere”, ha concluso Berlusconi.

TREMONTI, IN 7 GIORNI MANOVRA NECESSARIA E URGENTE – “Abbiamo fatto in 7 giorni la manovra: se c’é un caso di necessità e urgenza per un decreto é questo, data l’emergenza manifestata da fuori sull’Italia. Dobbiamo fare il necessario per il bene comune”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, in conferenza stampa a Palazzo Chigi.
Nella manovra c’é anche una “Robin Hood tax per il settore energetico”.
Il Governo chiederà la delega al Parlamento per la delega fiscale ed assistenziale già quest’anno. Lo ha detto il ministro dell’Economia. Il risparmio sul 2012 sarà di 4 miliardi. Viceversa scatterà la clausola di salvaguardia.
La manovra approvata oggi “ci porta all’1,4” nel rapporto deficit-pil “alla fine del 2012” per poi arrivare a zero nel 2013. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, nel corso della conferenza stampa a palazzo Chigi al termine del Cdm.
Nel decreto è previsto “un accorpamento sulla domenica della festitività laiche sul modello europeo”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, aggiungendo che questo potrà “dare effetti sul Pil”.
“E’ un esercizio un po’ complicato: sono tutti in più, una gran parte è addizionale. Quanto serve per fare 1,4 e zero” di deficit. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, in conferenza stampa a Palazzo Chigi alla domanda se i 45 miliardi circa annunciati per la manovra varata siano o meno aggiuntivi rispetto ai precedenti 47 circa della manovra di luglio.
Senza questa manovra “ci sono effetti che impattano sulla vita del paese. Poi vedremo di compensare ma non abbiamo alternative a questo modello”. Nella manovra appena varata ci sono interventi sui giochi, sulle accise e sui tabacchi. Ha detto spiegato il ministro dell’Economia.

SACCONI, ORA AZIENDE CUORE CONTRATTAZIONE- “Le norme approvate in materia di lavoro” oggi dal Consiglio dei Ministri, spiega il ministro del LAvoro Maurizio Sacconi, “contengono il cuore dello Statuto dei lavori in quanto attribuiscono ai contratti aziendali o territoriali la capacità di regolare tutto ciò che attiene all’organizzazione del lavoro e della produzione anche in deroga ai contratti collettivi e alle disposizioni di legge quando non attengano ai diritti fondamentali nel lavoro che in quanto tali sono inderogabili e universali”. Per il ministro, “Come si e già fatto nei Paesi che hanno più intense relazioni industriali il cuore della contrattazione diventa l’azienda o il territorio”.

UDC, MANOVRA NON STRUTTURALE E PIENA DI TASSE – “Se le anticipazioni di queste ore corrispondono alla realtà, questa manovra, seppur necessaria, si presenta priva di elementi strutturali e infarcita di tasse e balzelli che colpiranno in particolare i ceti medi e le famiglie italiane. Saremo responsabili, come sempre, ma la nostra preoccupazione è altissima”. Lo dice all’ANSA Gianluca Galletti, capogruppo vicario dell’Udc alla Camera dei deputati.

DI PIETRO, LUCI E OMBRE MA IDV FARA’ SUA PARTE – “Finalmente il Governo ha mostrato le carte. Carte piene sia di ombre sia di luci. Vista la situazione disastrosa in cui versa il sistema economico-finanziario del nostro paese, l’Italia dei Valori ha il dovere di fare la sua parte, affrontando il provvedimento nel merito”: è quanto afferma Antonio Di Pietro, leader di Idv in una nota.

BERLUSCONI, 45,5 MLD PER PAREGGIO; 8,5 DA POLITICA
di Federico Garimberti
Silvio Berlusconi incontra gli enti locali e annuncia una manovra da “20 miliardi aggiuntivi nel 2012 e di 25,5 miliardi” per l’anno successivo, nella quale – oltre a 8,5 miliardi di tagli alla politica – ci saranno più di 9 miliardi di tagli ai trasferimenti verso regioni, province e comuni. Una sforbiciata che mette sul piede di guerra gli enti locali. Intanto, il presidente della Repubblica è tornato ad auspicare decisioni rapide e un un confronto aperto, mentre sul fronte interno al governo prosegue fino all’ultimo minuto la trattativa con la Lega sul capitolo pensioni. “La speculazione si è orientata verso i Paesi che hanno più titoli in circolazione”, ha esordito Berlusconi aprendo il confronto, rimarcando che la situazione attuale è stata “ereditata” dall’attuale governo. Il capo del governo ha anche sottolineato come per la Banca Centrale europea il pareggio di bilancio nel 2013 non fosse “congruo” e che per tale ragione é stata anticipata la manovra con la conseguente necessità di reperire risorse aggiuntive. Una manovra, ha proseguito, “per aggiuntivi 20 miliardi per il 2012 e 25 miliardi nel 2013″.

Per raggiungere l’obiettivo, ha aggiunto il premier, ‘aggrediremo anche i costi della politica” con “14-15 misure”. Vi saranno, infatti, “tagli ai ministeri per 6 miliardi nel 2012 e per 2,5 nel 2013”. Berlusconi ha anche confermato che ci sarà una “imposta di solidarietà “: un riferimento che sembra confermare l’intenzione di procedere con un prelievo del 5-10% sui redditi privati superiori ai 90mila euro. E’ toccato a Tremonti fornire maggiori dettagli, precisando che il governo punta a far diminuire il deficit dal 3,9% di quest’anno all’1,6% nel 2012 per arrivare così al pareggio di bilancio l’anno successivo. Il ministro dell’Economia ci ha tenuto a precisare, però, che questo traguardo può essere raggiunto solo attraverso “riduzioni della spesa”, perché “aumenti fiscali non verrebbero considerati validi da Bruxelles”. Il titolare di via XX Settembre ha anche confermato l’intenzione di ridurre le province e accorpare alcuni comuni, oltre che di procedere con le liberalizzazione dei servizi pubblici locali e con incentivi alle privatizzazioni. Poi, dopo aver annunciato di voler anticipare il federalismo fiscale, Tremonti ha presentato il conto agli enti locali: un taglio dei trasferimenti di 6 miliardi nel 2012 e di 3,5 nel 2013. Con un’unica consolazione: la sanità resterà “fuori” da queste cifre. Inevitabile la reazione dei diretti interessati. Il governatore lombardo Roberto Formigoni parla di tagli “pesantissimi” per le regioni sulle quali grava oltre il 50% della manovra aggiuntiva. Graziano Delrio, vicepresidente dell’Anci, gli fa eco definendo le proposte del governo come “sconcertanti”, mentre le Province bocciano la nuova manovra come “iniqua e depressiva” per l’economia.

E il sindaco di Roma Gianni Alemanno, nel sostenere che le perplessità del Cavaliere potrebbero portare ad un ripensamento, annuncia che contro i tagli i comuni sono pronti a “mobilitarsi”. Intanto, sul fronte interno al governo, non è ancora chiusa la partita sulle pensioni: Umberto Bossi, dopo l’incontro con le regioni, è tornato a palazzo Chigi per discuterne ancora con il premier. “Passerà la linea della saggezza”, ha detto il Senatur. Dal fronte delle opposizioni, infine, il segretario del Pd Pierluigi Bersani incalza l’esecutivo: “Se il governo non presenta la manovra in tempi stretti, siamo pronti a presentare la nostra”.

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Silvio Berlusconi incontra gli enti locali e annuncia una manovra da “20 miliardi aggiuntivi nel 2012 e di 25 miliardi” per l’anno successivo, nella quale – oltre a 8,5 miliardi di tagli alla politica – ci saranno più di 9 miliardi di tagli ai trasferimenti verso regioni, province e comuni. Una sforbiciata che mette sul piede di guerra gli enti locali. Intanto, il presidente della Repubblica è tornato ad auspicare decisioni rapide e un un confronto aperto, mentre sul fronte interno al governo prosegue fino all’ultimo minuto la trattativa con la Lega sul capitolo pensioni.

“La speculazione si è orientata verso i Paesi che hanno più titoli in circolazione”, ha esordito Berlusconi aprendo il confronto, rimarcando che la situazione attuale è stata “ereditata” dall’attuale governo. Il capo del governo ha anche sottolineato come per la Banca Centrale europea il pareggio di bilancio nel 2013 non fosse “congruo” e che per tale ragione é stata anticipata la manovra con la conseguente necessità di reperire risorse aggiuntive. Una manovra, ha proseguito, “per aggiuntivi 20 miliardi per il 2012 e 25 miliardi nel 2013″.

Per raggiungere l’obiettivo, ha aggiunto il premier, ‘aggrediremo anche i costi della politica” con “14-15 misure”. Vi saranno, infatti, “tagli ai ministeri per 6 miliardi nel 2012 e per 2,5 nel 2013”. Berlusconi ha anche confermato che ci sarà una “imposta di solidarietà “: un riferimento che sembra confermare l’intenzione di procedere con un prelievo del 5-10% sui redditi privati superiori ai 90mila euro. E’ toccato a Tremonti fornire maggiori dettagli, precisando che il governo punta a far diminuire il deficit dal 3,9% di quest’anno all’1,6% nel 2012 per arrivare così al pareggio di bilancio l’anno successivo.

Il ministro dell’Economia ci ha tenuto a precisare, però, che questo traguardo può essere raggiunto solo attraverso “riduzioni della spesa”, perché “aumenti fiscali non verrebbero considerati validi da Bruxelles”. Il titolare di via XX Settembre ha anche confermato l’intenzione di ridurre le province e accorpare alcuni comuni, oltre che di procedere con le liberalizzazione dei servizi pubblici locali e con incentivi alle privatizzazioni. Poi, dopo aver annunciato di voler anticipare il federalismo fiscale, Tremonti ha presentato il conto agli enti locali: un taglio dei trasferimenti di 6 miliardi nel 2012 e di 3,5 nel 2013. Con un’unica consolazione: la sanità resterà “fuori” da queste cifre.

Inevitabile la reazione dei diretti interessati. Il governatore lombardo Roberto Formigoni parla di tagli “pesantissimi” per le regioni sulle quali grava oltre il 50% della manovra aggiuntiva. Graziano Delrio, vicepresidente dell’Anci, gli fa eco definendo le proposte del governo come “sconcertanti”, mentre le Province bocciano la nuova manovra come “iniqua e depressiva” per l’economia.

E il sindaco di Roma Gianni Alemanno, nel sostenere che le perplessità del Cavaliere potrebbero portare ad un ripensamento, annuncia che contro i tagli i comuni sono pronti a “mobilitarsi”. Intanto, sul fronte interno al governo, non è ancora chiusa la partita sulle pensioni: Umberto Bossi, dopo l’incontro con le regioni, è tornato a palazzo Chigi per discuterne ancora con il premier. “Passerà la linea della saggezza”, ha detto il Senatur. Dal fronte delle opposizioni, infine, il segretario del Pd Pierluigi Bersani incalza l’esecutivo: “Se il governo non presenta la manovra in tempi stretti, siamo pronti a presentare la nostra”.

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Ecco la bozza della super-manovra, anticipata dall’ANSA:

ROMA – La manovra aggiuntiva che il consiglio dei ministri si appresta a varare pesa 45 miliardi di euro, 20 nel 2012 e 25 miliardi nel 2013. Più tasse per gli autonomi sopra i 55.000 euro di reddito; stop ai ponti con le feste spostate al lunedì; slitta tfr per statali. Sono alcune delle misure entrate nel provvedimento nell’ultim’ora. Ecco in sintesi le misure del testo del decreto entrato nel consiglio dei ministri.

– AUTONOMI. Aumento della quota Irpef per gli autonomi, a partire dall’attuale 41% per i redditi oltre i 55.000 euro.

– TREDICESIME. I dipendenti delle amministrazioni pubbliche che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa potrebbero perdere il pagamento della tredicesima mensilità. – TFR. Pagamento con due anni di ritardo dell’indennità di buonuscita dei lavoratori pubblici.

– PENSIONI DONNE. Viene anticipato dal 2020 al 2015 il progressivo innalzamento a 65 anni (entro il 2027) dell’età pensionabile delle donne nel settore privato.

– PROVINCE. Dalle prossime elezioni è prevista la soppressione delle Provincie sotto i 300.000 abitanti, fusione dei Comuni sotto i mille abitanti, con sindaco anche assessore, e la riduzione dei componenti i Consigli regionali.

– PONTI. Le festività infrasettimanali “non concordatarie” verranno spostate al lunedì.

– SCONTRINI. Tracciabilità di tutte le transazioni superiori ai 2.500 euro con comunicazione all’Agenzia delle entrate delle operazioni per le quali è prevista l’applicazione dell’Iva. E’ inoltre previsto l’inasprimento delle sanzioni, fino alla sospensione dell’attività, per la mancata emissione di fatture o scontrini fiscali.

– PENSIONI ANZIANITA’. Sono previsti interventi disincentivanti per le pensioni di anzianità, con anticipo al 2012 del requisito di 97 anni tra età anagrafica e anni di contribuzione.

– CONTRIBUTO SOLIDARIETA’. Viene esteso ai dipendenti privati la misura già in vigore per i dipendenti pubblici e per i pensionati: prelievo del 5% della parte di reddito eccedente i 90.000 euro e del 10% della parte eccedente i 150.000.

– MINISTERI. Previsto un taglio di 6 miliardi di euro nel 2012 e 2,5 nel 2013.

– ENTI LOCALI. Verranno ridotti 6 miliardi di trasferimenti nel 2012 e 3,5 nel 2013. Per le regioni il peso della riduzione dei fondi è pari a 1 miliardo di euro. La sanità non verrà toccata. – PERDITE. Riduzione per le società al 62,5% della possibilità di abbattimento delle perdite.

– RINNOVABILI. Torna l’ipotesi del taglio del 30% degli incentivi. Non potranno essere superiori alla media di quelli erogati negli altri Paesi d’Europa. – MERCATO ELETTRICO. Verso la divisione in tre macrozone (Nord, Centro, Sud).

– SERVIZI PUBBLICI LOCALI. Si punta alla liberalizzazione e verranno incentivate le privatizzazioni. – RENDITE AL 20%. La misura vale circa 2 miliardi di euro. Esclusi i titoli di Stato che restano tassati al 12,5%.

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Silvio Berlusconi annuncia le misure che verranno varate questa sera nel consiglio dei Ministri convocato per le 19. Mentre il Capo dello Stato “e’ in attesa delle deliberazioni che il consiglio dei Ministri adottera’ per far fronte ai gravi rischi” della situazione economica e finanziaria, il presidente del Consiglio illustra agli Enti locali i principi dell’anticipo della manovra.

L’entita’ della manovra e’ di “aggiuntivi 20 miliardi per il 2012 e 25 miliardi nel 2013”, dunque in totale 45 miliardi, ha spiegato il premier che ha annunciato 14-15 misure per aggredire i costi della politica e un taglio di 6 miliardi ai ministeri nel 2012 e di 2,5 per il 2013. E Berlusconi ha anche confermato che ci sara’ una imposta di solidarieta’.

Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e’ sceso piu’ nei particolari affermando che il governo punta a far scendere l’indebitamento dal 3,9% all’1,6% nel 2012, per poi raggiungere il pareggio l’anno successivo. Tremonti ha aggiunto che “questi obiettivi sono da raggiungere attraverso riduzioni della spesa e non con aumenti fiscali, che non verrebbero considerati validi da Bruxelles. Dobbiamo ridurre l’indebitamento – ha ribadito – attraverso riduzioni della spesa”.

Tra le misure indicate anche la riduzione delle province e l’accorpamento dei comuni. Il ministro ha parlato di “liberalizzazione dei servizi pubblici locali” e di “incentivi alle privatizzazioni” e ha annunciato un taglio dei trasferimenti agli enti locali di quasi 10 miliardi di euro in due anni. E’ inoltre previsto l’anticipo del federalismo fiscale.

Il presidente della Repubblica in una nota ha ricordato i colloqui avuti tra ieri e oggi ed ha espresso “l’auspicio che prima e dopo le deliberazioni del Consiglio dei Ministri si sviluppi il confronto piu’ attento, aperto alle proposte di tutte le forze politiche e sociali che, come gia’ ieri in Parlamento, appaiono consapevoli delle comuni responsabilita’ nell’attuale delicatissimo momento”.

Umberto Bossi rassicura sul clima in maggioranza: il vertice notturno di palazzo Grazioli “e’ andato bene, si e’ parlato di dove trovare i soldi” per le misure ‘anti-crisi’. E anche sulle pensioni “passera’ la linea della saggezza…”.

Gli Enti locali hanno garantito senso di responsabilita’, ma hanno lamentato che la scure dei tagli li colpisce per il 50%: “Ulteriori tagli alle Regioni comportano pesanti sacrifici per i cittadini amministrati” ha detto Roberto Formigoni, mentre il rappresentante dell’Anci Gianni Alemanno, ha chiesto “correzioni profonde” per evitare tagli alla spesa sociale.

E il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, incalza l’esecutivo: “Se il governo non presenta la manovra in tempi stretti, il Pd e’ pronto a presentare la sua manovra”.

“La speculazione si è orientata verso i paesi che hanno più titoli in circolazione. Questa è un’eredità che abbiamo sulle spalle”, ha sottolineato il premier. “L’aumento degli spread ha fatto aumentare i nostri tassi d’interesse. La Bce mi ha chiamato per dire che il pareggio di bilancio nel 2014 non era congruo. Da qui, la conferenza stampa per annunciare il pareggio di bilancio nel 2013”.

Da parte sua, Tremonti ha spiegato che il taglio di 6 miliardi previsto nel 2012 per gli enti locali, “e’ uguale ai 6 miliardi di tagli ai ministeri”, e ha precisato che per le Regioni il taglio sara’ di 1 miliardo.

Il Governo e’ pronto ad accelerare ancora sulle misure anticrisi: il Consiglio dei ministri per varare il dl “lacrime e sangue” di Tremonti si terrà oggi o massimo entro il 16. La decisione è attesa stamani. Alle 12 e’ iniziato il vertice con gli enti locali. Oggi salgono al Colle il presidente della Camera Fini e il segretario del Pdl Alfano.

BOSSI, PENSIONI? TREMONTI NON MI HA CONVINTO – “No, non mi ha convinto. Bisogna saper dire anche dei ‘no’, perché altrimenti si rischia una crisi”. Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, lasciando Montecitorio risponde così ai cronisti che gli chiedono se dopo l’incontro avuto nel pomeriggio con Tremonti il ministro dell’Economia lo abbia convinto sulle pensioni.

IL SENATUR: LETTERA BCE SCRITTA A ROMA, DRAGHI SEMPRE A ROMA – “Temo che quella lettera sia stata fatta a Roma”. Così il leader della Lega Umberto Bossi spiega i suoi timori per un “tentativo di far saltare il governo”. Un tentativo, gli viene chiesto, che arriva da parte interna o internazionale? E’ l’Europa che spinge troppo? “No”, risponde Bossi secondo il quale “Draghi da qui è andato in Europa ma è sempre a Roma”.

SU RENDITE A 20% ANCHE OK SUBITO, NO BOT – “Sulle rendite finanziarie la scelta é stata definita con un allineamento delle aliquote. La scelta é stata fatta in sede di riforma ma non abbiamo nulla in contrario ad un intervento diretto”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti nel corso dell’audizione in Parlamento spiegando che “fermi i titoli di Stato, e prevedendo una riduzione della tassazione della raccolta postale che è al 27%, tutti i titoli finanziari verrebbero tassati dal 12,5% al 20%”.

SU STATALI E LICENZIAMENTI INDICAZIONI BCE – Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha spiegato, nel corso dell’audizione in Parlamento, che la riforma del mercato del lavoro, con anche un più facile diritto a licenziare, così come anche l’ipotesi di taglio degli stipendi dei dipendenti pubblici, sono i suggerimenti della Banca Centrale Europea. La lettera è “strettamente confidenziale e la diffonde chi la manda”, ha aggiunto Tremonti

STUDIAMO FORME PIU’ FORTI LOTTA EVASIONE – Il governo studia “forme più forti di contrasto all’evasione fiscale, soprattutto nei casi di omessa fattura o scontrino”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti nel corso dell’audizione in Parlamento.

POSSIBILI CONTRIBUTI DI SOLIDARIETA’ – Sul lato delle entrate sono possibili “contributi di solidarietà”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti nel corso dell’audizione in Parlamento, parlando delle ipotesi allo studio per la manovra.

TRA IPOTESI PENSIONI ANZIANITA’ E DONNE – Tra le ipotesi allo studio figurano interventi sulle pensioni di anzianità e su quelle delle donne nel settore privato.

STOP ABUSI CONTRATTI A TERMINE, SONO SUBPRIME – Occorre “evitare forme di abuso dei contratti a tempo determinato, da quelle parti crea effetti di instabilità della persona che possono essere negativi sull’economia. Finisce che sono tutti dei ‘subprime'”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti nel corso dell’audizione in Parlamento.

PIENA PRIVATIZZAZIONE SERVIZI PUBBLICI – Sul lato della crescita serve “la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali, dei servizi professionali e la privatizzazione su larga scala dei servizi locali”.

C’E’ INTENSIFICAZIONE VERTICALE – “Il decreto che pone il pareggio di bilancio al 2014 è stato votato dal Parlamento a metà luglio. Da allora ci sono stati fatti nuovi, successivi, concatenati, che hanno modificato il corso delle nostre attività, tanto è che siamo qui”. Per il ministro dell’Economia c’é “un’intensificazione verticale della crisi finanziaria”.

CRISI HA CORSO DIVERSO, NON ANCORA FINITO – Da giugno, quando si è scritta la manovra, “la crisi ha preso un corso diverso, non ancora finito e non facile da prevedere nella sua dinamica. Io non sono accreditabile per formule ottimistiche, casomai per prudenza”.

SU PAREGGIO MEGLIO PASSAGGIO FORTE IN CARTA – Data la dimensione del debito pubblico italiano “più forte è il passaggio costituzionale meglio è” per il pareggio di bilancio. Per Tremonti “il vincolo viene dall’Europa si potrebbe anche importare la norma” con il combinato tra articolo 11 e 117 della Costituzione. Ma nel nostro caso sarebbe meglio un passaggio “forte”.

ORA E’ EPOCA DI MAGGIOR RIGORE – La scelta di inserire il pareggio di bilancio in Costituzione è “una scelta che segna la fine di un’epoca nella quale l’Occidente poteva piazzare titoli ai valori che voleva”. Oggi viviamo in un’ epoca “che costringe a scelte di maggior rigore: non puoi spendere più di quello che prendi soprattutto se con riluttanza prendono i tuoi titoli”.

ART.81 COSTITUZIONE NON E’ UN SUCCESSO – “L’articolo 81 della Costituzione non costituisce un caso di successo. Ora abbiamo il terzo quarto debito pubblico nel mondo”.

SU PAREGGIO MEGLIO PASSAGGIO FORTE IN CARTA – Data la dimensione del debito pubblico italiano “più forte è il passaggio costituzionale meglio è” per il pareggio di bilancio. Per Tremonti “il vincolo viene dall’Europa si potrebbe anche importare la norma” con il combinato tra articolo 11 e 117 della Costituzione. Ma nel nostro caso sarebbe meglio un passaggio “forte”

BERSANI: ‘SCONCERTATI, GOVERNO NON HA IDEE’ – Dopo l’informativa di Tremonti alle Camere “siamo ancora una volta sconcertati”. Lo dice il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, in una conferenza stampa a Montecitorio. “Noi diciamo che al governo non deve tremare il polso – sottolinea Bersani – ma abbiamo impressione che ci sia qualcosa di peggio di un tremore di polso: c’é assenza di idee e di compattezza del governo e della maggioranza e l’incapacità di usare i toni giusti verso il Paese e anche verso le opposizioni, che stamattina hanno detto le uniche cose concrete e propositive”.

‘SITUAZIONE POLITICA E’ CUORE PROBLEMA’ – “Per fare una legge costituzionale in tempo da record ci vogliono sei mesi, non so se abbiamo sei settimane o sei giorni”. Così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, nel prendere la parola in commissione alla Camera dopo l’intervento del ministro Giulio Tremonti. “Noi non dovevamo arrivare qui – ha sottolineato Bersani – non c’era nessuna ragione nei fondamentali perché l’Italia fosse nella bufera mondiale la più esposta all’affacciarsi della crisi. L’economia doveva essere gestita con qualche riforma e la gestione della spesa pubblica. E questo che dico non toglie nulla al senso di responsabilità e al contributo che daremo in questa fase difficile”. “Ma riteniamo – ha aggiunto – che la questione politica sia al cuore crisi e non possa essere separata. Non possiamo essere zittiti su questo. A qualche commentatore vorrei dire come mai in Portogallo, Grecia, Spagna hanno cambiato governo? C’é un tema di fiducia a livello internazionale e il tema riguarda la possibilità di chiamare il maggior numero di forze a contribuire”.

SECONDA MAASTRICHT O MERCATO CI AMMAZZA – “C’é l’esigenza di una presa di coscienza europea. Se non facciamo una seconda Maastricht, a uno a uno il mercato ci ammazza tutti”. Per Bersani, “dopo l’euro c’é stato un irresponsabile arretramento delle politiche dei governi. L’Italia deve riprendere il suo ruolo in Europa che è sempre stato di punta”. “Che la Bce debba sostituire la politica per dare indicazioni, non può essere una cosa fisiologica. Ma constatiamo con amarezza che dalla Bce stiamo prendendo anche le ricette. Questo non mi sta bene per la settima potenza industriale del mondo. A questo ci siamo ridotti”, ha concluso.

BOSSI: TREMONTI TROPPO FUMOSO – L’intervento del ministro dell’economia, Giulio Tremonti, in Parlamento “é stato troppo fumoso”. Lo dice il leader della Lega, Umberto Bossi, al termine delle comunicazioni di Tremonti alle commissioni riunite Affari Istituzione e Bilancio. “Temo – dice il Senatur – ci sia un tentativo per far saltare il governo. Una crisi – conclude – in gran parte causata da tutto il casino che hanno fatto uscire”.

SU PENSIONI CERCARE COMPROMESSO – Sulle pensioni “bisogna capire cosa fare, dipende da come si toccano, serve un compromesso”. L’apertura ad un intervento sulle pensioni arriva dal leader della Lega, Umberto Bossi, che, alla domanda se possa essere fattibile una sospensione delle pensioni di anzianità risponde: “Si può studiare”. “Non lo so, noi abbiamo le nostre proposte ma – ribadisce Bossi – la gente non vuole che le pensioni si tocchino”.

LETTERA BCE SCRITTA A ROMA,DRAGHI SEMPRE A ROMA – “Temo che quella lettera sia stata fatta a Roma”. Così il leader della Lega Umberto Bossi spiega i suoi timori per un “tentativo di far saltare il governo”. Un tentativo, gli viene chiesto, che arriva da parte interna o internazionale? E’ l’Europa che spinge troppo? “No”, risponde Bossi secondo il quale “Draghi da qui è andato in Europa ma è sempre a Roma”.

FINI, ALLIBITO DA TREMONTI – “Sono allibito”. Questo il giudizio del presidente della Camera Gianfranco Fini sulla replica del ministro dell’Economia Tremonti davanti alle commissioni riunite. Lo si apprende da fonti della presidenza della Camera. Tremonti, secondo Fini, non ha dato risposte precise ed esaurienti alle richieste di chiarimenti sulle misure emerse nel dibattito.

FORZA SUD, NON VOTEREMO MAI CONTRO MEZZOGIORNO – “Abbiamo ascoltato con molta attenzione l’audizione del ministro Tremonti, tuttavia, siamo rimasti fortemente perplessi dai discorsi poco chiari”. Lo affermano in una nota i parlamentari Mario Ferrara, Pippo Fallica e Salvo Fleres, di Forza del Sud, il movimento che fa capo a Gianfranco Micciché. “Quand’anche i discorsi debbano restare poco chiari, sia chiara tuttavia una cosa: non voteremo mai qualcosa che danneggia il Sud”, sottolineano i parlamentari di Forza del Sud. “La strada maestra da percorrere è quella delle riforme strutturali del sistema Paese”, affermano i parlamentari di Forza del Sud Mario Ferrara, vice presidente della commissione Finanze e Tesoro del Senato, Pippo Fallica, componente della commissione Bilancio di Montecitorio e Salvo Fleres, componente della commissione Bilancio del Senato.

“L’era dei palliativi è terminata – aggiungono – Bisogna investire sul cambiamento e mettere nelle condizioni il Sud di potere competere con il resto dell’Europa. Questo significa sciogliere i lacci e i laccioli abilmente tessuti da una burocrazia opprimente e dotare il nostro territorio di una rete infrastrutturale degna di questo nome. Forza del Sud su questo sarà intransigente”, avvertono.