(9Colonne) – Roma, 3 lug – Pirati informatici sì, ma anche “proletari”. Gli hacker raffinano i propri metodi e invece di “sparare nel mucchio” adesso puntano a virus in grado di infettare solo i computer dei capi d’azienda. Obiettivo: rubare informazioni sensibili. A teorizzare lo spostamento di mirino dei criminali informatici è la MessageLabs, dopo uno studio condotto su reti sociali come LinkedIn, MySpace e Facebook. Secondo l’azienda specializzata nella lotta agli hacker, è proprio dalle reti sociali che i pirati cercano di carpire indirizzi di capi d’azienda o di personaggi chiave nell’economia delle imprese per dare il via alle catene di virus “altolocati”. La strategia poi è sempre la stessa: arriva una e-mail con l’indirizzo in questione e con un allegato Word che, una volta aperto, infetta il computer. MessageLabs ha rivelato che nell’ultimo periodo sta intercettando sempre più mail contenenti virus indirizzate a personaggi in possesso di informazioni delicate, ad esempio, relative a fusioni aziendali o acquisizioni. Dall’ultima analisi dell’azienda, emerge che l’11% degli “attaccati” fa parte dei quadri direttivi delle aziende e che un’altra ampia percentuale è invece costituita da coniugi e figli di questi ultimi.
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