Società

ARIA NUOVA A VIA NAZIONALE, ECCO
IL SUCCESSORE

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(WSI) – Le dimissioni di Antonio Fazio hanno sorpreso
tra gli altri anche Romano Prodi. Quando Gianni
Letta nei giorni scorsi aveva contattato il leader
dell’Unione allo scopo di spianare la strada a un’intesa
bipartisan per la legge sul risparmio e il ricambio
a palazzo Koch, lo scenario preventivato nei
colloqui era quello di una resistenza a oltranza di
Fazio. L’improvviso abbandono del governatore
non sembra però aver cambiato i piani di governo
e opposizione.

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Sia Romano Prodi che
Silvio Berlusconi hanno ribadito
la volontà di un accordo tra i
poli per la successione e i
segnali provenienti da
palazzo Chigi e Santi
Apostoli confermano
che le possibilità di
un’intesa per individuare
il sostituto di Fazio
e riscrivere le regole
su mandato e prerogative del governatore
restano più che buone. L’asse Prodi-
Letta ha già provveduto a sdoganare una rosa di
quattro nomi (Mario Monti, Mario Draghi, Tommaso
Padoa-Schioppa e Vittorio Grilli) tra cui scegliere
quello giusto per il futuro di Bankitalia. Inoltre,
a cinque mesi da un probabilissimo cambio di
governo, Prodi (e con lui Rutelli e buona parte della
coalizione) ritiene non sia il caso di impuntarsi su
alcuni passaggi controversi (vedi norme sul falso in
bilancio) del ddl risparmio,che oggi pomeriggio approda
all’esame della Camera.

In realtà, dei quattro nomi in rosa uno – il direttore
generale del Tesoro Grilli – è fuori gioco; potrebbe
semmai fare il direttore generale di Bankitalia.
C’è un fuori quota (Alberto Quadrio Curzio)
sostenuto da Tremonti. Quanto ai rimanenti, tutti
comunque graditi, Prodi ha in testa una chiara gerarchia,
in cima alla quale si trova Tommaso Padoa
Schioppa.La preferenza non è ancora stata ufficialmente
espressa, non essendo peraltro ancora chiare
le modalità di nomina del successore di Fazio.

Ma che sia l’ex consigliere della Bce, secondo il
Prof, l’inquilino ideale per palazzo Koch, è sottilmente
rivelato anche dall’identikit tracciato
ieri dall’ex premier, che ha invocato
la scelta di «una persona di alta immagine
internazionale, riconoscibile da
questo mondo così complicato e difficile
come è quello dei banchieri centrali e
della finanza mondiale, una figura che
rianimi le strutture e l’organizzazione
della Banca d’Italia messe così a dura
prova nei mesi scorsi». Se la prima
parte del curriculum si attaglia a tutti e tre i candidati,
la seconda, che considera chiaramente titolo
preferenziale un’esperienza importante dentro
Bankitalia, è cucita addosso a Padoa-Schioppa,
sul cui nome c’è intesa anche nel resto dell’Ulivo.

La graduatoria ideale dell’ala riformista dell’Unione
è nell’ordine: Padoa-Schioppa, Monti,
Draghi. Naturalmente la gerarchia prodiana tiene
in conto anche una divisione del lavoro e dei
compiti: se per Bankitalia Monti resta un gradino
dietro l’ex presidente Consob è anche perché a
Santi Apostoli il suo nome è ormai stabilmente
inserito in una delle tessere che comporranno il
puzzle dell’eventuale governo Prodi.

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