Uno dei principali gruppi di detentori di bond argentini ha chiesto che le autorità di Buenos Aires destinino almeno 5 miliardi di dollari delle loro riserve, stimate in 18 miliardi di dollari, a pagare il debito e ha avvertito che la proposta presentata dal ministro dell’ economia argentino Roberto Lavagna “non passerà”.
Portavoce del Global Committee of Argentina Bondholers (Gcab) hanno commentato negativamente a Washington la proposta di un pagamento del 25% del valore dei bond ribadita dal ministro Lavagna durante le riunioni appena conclusesi delle istituzioni finanziarie internazionali.
Nelle riunioni finanziarie l’Argentina ha anche manifestato nuove esigenze, a partire da un accordo di ristrutturazione del proprio debito che ammonterebbe, secondo alcuni calcoli, a circa 100 mila milioni di dollari. Uno dei portavoce del Gcab, Hans Humes, ha notato che “le capacità di pagamento dell’Argentina stanno migliorando”, ma che le autorità di Buenos Aires non accettano di discutere con i creditori.
Secondo l’altro portavoce Nicola Stock, il Gcab può “bloccare” la proposta argentina, riferendosi anche all’ accordo di principio raggiunto con un’altra associazione di ‘vittime’ della crisi argentina, l’Adapd. Il GCAB, che rappresentano i detentori di circa 38 mila milioni di dollari di debito argentino, sostiene che fra i Grandi del Mondo del G8 e al Fondo monetario internazionale sta crescendo l’insofferenza per l’atteggiamento argentino.