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ANTONVENETA: PERDITE? SALE LA QUOTAZIONE

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* Fabrizio Tedeschi e´ editorialista di Panorama Economy. Consulente di grandi banche e gruppi finanziari, per otto anni e´ stato responsabile della Divisione Intermediari della Consob a Milano.

Ma chi l’ha detto che le perdite fanno male? Dopo gli ultimi crac di
Borsa, può sembrare avventato sostenere che, a volte e in particolari
circostanze, le perdite possano anche fare bene alle quotazioni. Eppure
è proprio così. E, poiché la teoria economica postula che i mercati
abbiano comportamenti razionali, bisogna anche crederci.

È il caso di
Banca Antonveneta che insieme con il cambio di presidenza, con l’addio
di Antonio Ceola e l’arrivo di Tommaso Cartone, ha
presentato ai propri azionisti il peggior bilancio nella storia della
banca, con una perdita di ben 843 milioni, imputabile a rettifiche sui
crediti. In parole povere, ha portato a perdita tutti quei crediti che,
pur esistenti, certi ed esigibili, magari certificati e formalmente
ineccepibili, con ogni probabilità non sarebbero stati mai incassati
dalla banca. Scelta rischiosa, controcorrente, ma vincente quella
portata avanti dall’a.d. della banca Piero Luigi Montani.

Il titolo,
all’indomani dell’incontro con gli analisti, ha recuperato quasi un 3%
dopo un periodo di stenti, che avevano parecchio penalizzato gli
investitori.

La vicenda colpisce ancora di più perché si colloca in un periodo di
bilanci bancari abbastanza positivi, e in alcuni casi proprio molto
brillanti, nonostante le sofferenze e i rischi dei crac Parmalat e
Cirio. Ebbene, a volte è accaduto che, dopo rassicuranti annunci di
incrementi di utili e dividendi, le quotazioni siano scese anziché
salire. Forse si trattava di eventi già scontati, forse la tendenza
della Borsa era al ribasso e nulla l’avrebbe cambiata, ma si può anche
pensare (e con ragione) che il mercato, ormai molto diffidente della
qualità dei bilanci, abbia premiato trasparenza e correttezza.

Gli
operatori vogliono la verità: per quanto brutta questa possa essere, è
meglio conoscerla e rimediare al danno, piuttosto che seguire la
politica dello struzzo e insistere nel comunicare solo notizie positive.

È ovvio che le perdite non hanno effetti positivi sulla quotazione, ma è altrettanto vero che la loro comunicazione fa intravedere la serietà del
management, la volontà di cambiare e di intraprendere la via del
risanamento.

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