Cade un’altra tegola sulla Popolare Italiana. La Consob – dopo due giorni di attenta riflessione – ha deciso di bloccare le due offerte lanciate dalla ex Popolare Lodi nei confronti di Antonveneta osservando come sia emerso il sospetto di una forte “carenza” informativa nei confronti dei destinatari delle offerte, nonché “gravi incertezze sulla persistenza delle condizioni di svolgimento di entrambe le offerte”.
Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Scopri i privilegi delle informazioni riservate, clicca sul
link INSIDER
“La Consob – si legge sulla nota scritta dalla Commissione che precisa di fare il possibile per decidere in tempi rapidi la revoca della sospensione o la sua decadenza – ha deliberato la sospensione, in via cautelare dell’offerta pubblica di acquisto obbligatoria e dell’offerta pubblica di acquisto e scambio volontaria, promosse da Banca Popolare Italiana sulle azioni ordinarie di Banca Popolare Antoniana Veneta. La sospensione cautelare delle due offerte – viene spiegato ancora – è stata deliberata ai sensi dell’articolo 102 del Testo unico della finanza” poiché è emerso il “fondato sospetto di una grave carenza informativa, che non consente ai destinatari delle offerte di pervenire ad un fondato giudizio sulle stesse”.
E con questa (la sospensione ha una durata non superiore a novanta giorni) sono tre, nel giro di sole 72 ore, le stoccate inferte all’istituto guidato da Gianpiero Fiorani sulla strada verso la banca patavina. La prima era arrivata lunedi, quando la Procura di Milano aveva deciso di sequestrare le azioni dei cosiddetti concertisti – oltre il 40% del capitale sociale di Padova – mentre la seconda è giunta, nel corso della giornata, dall’assemblea degli azionisti di Antonveneta la quale ha nominato un nuovo cda, targato Abn Amro, e guidato da l’ex ministro Augusto Fantozzi, in qualità di presidente, e da Pier Luigi Montani come amministratore delegato.
La mossa della Consob – che arriva in pieno marasma politico-finanziario, dopo le intercettazioni telefoniche dei colloqui intercorsi tra Gianpiero Fiorani e il governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio e tra altri esponenti del concerto – segue la strada tracciata dalla stessa Commissione sul finire della scorsa settimana quando, in maniera del tutto inattesa, due delibere firmate da Lamberto Cardia nella notte tra venerdì e sabato avevano infranto l’attesa per l’assemblea di Antonveneta. Prevista in prima convocazione lunedi e deputata a incoronare vincitore, nella corsa verso l’istituto di credito padovano, Gianpiero Fiorani e la sua Popolare Italiana.
Delibere in cui la Consob aveva tratteggiato l’esistenza di un patto occulto tra Fiorani e Stefano Ricucci e rilevato come il gruppo di Lodi avesse acquisito per interposta persona, e non dichiarato, quote Antonveneta attraverso hedge fund domiciliati alle Cayman: operazioni, aveva ipotizzato la Consob, realizzate per depistare le sue indagini sulla partita per la banca di Padova. Adesso, nel silenzio della Popolare Italiana che ieri non aveva esitato a reagire innanzi alle mosse della Procura di Milano dicendosi convinta di poter dimostrare la propria correttezza e pronta a ricorrere nelle sedi opportune, si interrompe la marcia verso la conquista di Antonveneta, iniziata a colpi di Opa e Opas sin dalla fine di aprile.
Lastricata di continui botta e risposta tra la Consob e la Popolare Italiana, quando ancora si chiamava Popolare di Lodi, la strada delle due offerte aveva toccato le proprie pietra miliare lo scorso 12 luglio con l’autorizzazione di competenza giunta dagli uffici della Banca d’Italia. Solo 8 giorni dopo, il 20 luglio, era partita l’Opas a 27,5 euro (22,6 euro in titoli Popolare Italiana più 4,9 in contanti), destinata a durare fino al 24 agosto, mentre il giorno successivo, 21 luglio, era partita l’offerta obbligatoria imposta a 24,47 euro ad azione per il concerto tra la Lodi, Gnutti, i Lonati e Coppola, prevista in chiusura il 25 agosto.
Intanto, sul fronte giudiziario, gli investigatori milanesi sono impegnati nella trascrizioni delle intercettazioni telefoniche eseguite nei confronti delle utenze degli indagati nelle scorse settimane. Intercettazioni particolarmente copiose e raccolte, a quanto si apprende, in alcune centinaia di cd-rom.