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ANTONVENETA E BNL: OPA DIFENSIVA ANTI-FAZIO

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(WSI) – Padova sarà l’Hiroshima del sistema bancario nazionale e l’opa su Antoveneta è l’arma nucleare tattica che Abn Amro si prepara ad utilizzare per far capire ad Antonio Fazio – lo Shogun della finanza – che l’arroccamento sulle frontiere nazionali è ormai fuori dalla storia?

Oggi non dovrebbe esserci nessun incontro tra il governatore e il ceo di Abn, Rijkman Groenink, come alcune indiscrezioni pubblicate lasciavano intendere, ma la volontà di andare fino in fondo è la stessa e sarà comunicata a Banca d’Italia in tempi brevi. D’altronde il voto sul ddl del risparmio ha fatto capire al quartier generale di Amsterdam, che la guerra per il controllo della banca veneta era perduta. Almeno fino a quando sarebbe stata combattuta con le armi “convenzionali” come alleanze, mediazioni e le relazioni con le autorità e gli esponenti politici.

Il loro avversario, Gianpiero Fiorani, ad della Popolare di Lodi aveva riportato la Lega sulle posizioni favorevoli alla Banca d’Italia ed è supportato dalla maggior parte degli imprenditori appartenenti al disciolto patto di sindacato. Proprio per questo gli olandesi, detentori del 18% di Antoveneta, parlano di un’Opa «difensiva» anche se finora nessuna offerta reale si è materializzata.

I dettagli sono già stati messi a punto dagli advisor finanziari di Abn, nessun ostacolo viene dalle quotazioni a Piazza Affari: i nuovi massimi (23,4 euro in corso di giornata 23,2 in chiusura) non prefigurano un esborso (5,5 miliardi) problematico. Ciò non fa diminuire gli effetti distruttivi sul sistema: l’offerta arriverebbe a ridosso dell’assemblea di Antoveneta in cui si dovrà rinnovare l’intero cda, senza un patto di sindacato che rappresenti la maggioranza. Un eventuale giudizio «sull’ostilità» della proposta olandese sarebbe strumentalmente utile alla Banca d’Italia per bloccare l’operazione, ma chi conosce le cose a via Nazionale è certo che Abn riceverà in ogni caso lo stop. E a quel punto il ring diventerebbe europeo con i big del credito continentali pronti a denunciare la discriminazione subita sul suolo italiano.

Una diatriba dai tempi e dai modi incerti, ma se Fazio ne uscisse sconfitto si aprirebbe “il supermarket Italia” del credito. E il mercato guarda lontano, come dimostra il fatto che ieri solo due titoli hanno fatto meglio di Antonveneta: Bnl e Generali. A dar corpo alle voci che lo schema dell’opa difensiva è praticabile anche per gli spagnoli del BBVA sulla Banca nazionale del Lavoro, magari con la sponda tricolore di Trieste.

Non è detto che tutti debbano perdere dallo scontro su Padova. Capitalia anch’essa partecipata da Abn, smentisce ogni coinvolgimento nelle mosse olandesi. Ma è innegabile che per Cesare Geronzi – recentemente spodestato dallo scranno di “fazista d’eccellenza” da Fiorani – potrebbe compiere un colpo di teatro. La fusione con Antonveneta salverebbe l’italianità dell’istituto, gli olandesi vedrebbero placato il loro desiderio di crescere (sono disposti a tenere le attuali, ma in un istituto più grande) e Fazio non dovrebbe salire sul banco degli imputati a Bruxelles. Non rimarrebbero a bocca asciutta nemmeno Fiorani e i suoi alleati come Gnutti: vista la corsa dei titoli Antoveneta hanno già maturato plusvalenze intorno al 20-30%.

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