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ANTONVENETA: ABN HA VINTO LA BATTAGLIA PER IL GRUPPO PADOVANO

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Abn conquista Antonveneta. Bpi e i suoi alleati Stefano Ricucci, Emilio Gnutti e i fratelli Lonati hanno firmato il contratto per il passaggio delle quote Antonveneta (pari al 39,3% del capitale) attualmente sotto sequestro agli olandesi, segnando così la fine della dura battaglia per il controllo dell’istituto padovano.

Il gruppo di Amsterdam, già azionista al 29,9%, si troverà così in mano fino al 69,2% del capitale dell’istituto padovano. “Abbiamo raggiunto l’obiettivo e conquistato una banca solida, come dimostrano i conti di Antonveneta nei primi sei mesi dell’anno” ha commentato il numero uno di Abn Amro, Rijkman Groenink nella conference call con gli analisti ricordando come ‘la Procura e la Consob si sono comportate come ci aspettavamo”, mentre Abn ha potuto contare “sull’appoggio dei sindacati, dell’associazione degli industriali e di forze politiche”.

Se con la comunità finanziaria Groenink ha evitato commenti e ha previsto che con Banca d’Italia i rapporti saranno in futuro buoni, in un’intervista concessa a La7, il numero uno della banca olandese ha fatto partire un affondo contro Via Nazionale che “ha sicuramente favorito la Bpi nella scalata Antonveneta”.

“Se si va a vedere la solidità finanziaria della Popolare, l’autorizzazione non andava data”. L’accordo prevede che Abn pagherà a tutti 26,5 euro per azione con un controvalore massimo di 3,2 miliardi, lanciando poi un’opa sulla parte restante del capitale allo stesso prezzo ed eventualmente togliendo la società dal listino di Borsa.

“Ora passeremo del tempo per integrare Antonveneta – ha spiegato il numero uno Rijkman Groenink nel corso della conference call – a un certo punto in futuro guarderemo ad altreacquisizioni. Al momento tuttavia non stiamo guardando nulla cheabbia la stessa dimensione di Antonveneta”.

Groenink ha quindi rassicurato nuovamente che Antonveneta sarà fortemente radicata in Italia, mentre le perdite occupazionali “saranno limitate” e discusse con il management della banca. Data la complessità del quadro, che vede le azioni dei concertisti in parte gravate da pegno e tutte sotto sequestro da parte della Procura di Milano, il termine per la conclusione dell’accordo è stato stabilito entro il 31 marzo 2006.

Una data lontana ma bisogna ricordare che, oltre a ottenere lo sblocco da parte dei magistrati milanesi, come condizione all’intesa c’é anche la revoca delle due offerte di Bpi (Opas e Opa obbligatoria) da parte di Banca d’Italia e Consob, operazione non facile in particolare per la seconda offerta. Se entro il 31 marzo, quindi, tutte le condizioni non si saranno avverate, il contratto sarà sciolto.

Punto centrale dell’intesa è però il trasferimento della partecipazione di Bpi (pari al 25,8% e considerata ‘essenziale’) ad Abn, che potrà avvenire anche in maniera autonoma rispetto alle quote degli alleati. Entro il 14 ottobre la Popolare dovrà liberare i suoi titoli dal pegno creditizio e poi, una volta ottenuto il dissequestro e la revoca delle offerte, potrà cedere agli olandesi i quali conquisterebbero saldamente così la maggioranza dell’istituto.

Abn infatti è obbligata ad acquistare le quote degli alleatianche in un secondo momento rispetto a Bpi, ma solo se queste saranno libere da pegno o non più sequestrate e comunque non oltre il 31 marzo 2006. Peraltro le azioni non libere da vincolio gravami di ogni genere e natura non potranno essere conferite in adesione all’offerta lanciata da Abn.

Ma la cessione delle quote segnerà la parola fine anche ai numerosi ricorsi e azioni di risarcimento promossi dalle due parti in questi mesi di aspro confronto. Abn in più si è impegnata “a non costituirsi parte civile in ogni procedimento penale che avesse ad oggetto fatti relativi all’acquisto di azioni Antonveneta” e ai giudizi pendenti di fronte al tribunale di Padova.

Abn sarà comunque indenne da obblighi o costi in relazione ai pegni o oneri assunti dalla Bpio dai concertisti sulle azioni Antonveneta.