
MILANO (WSI) – L’ Anpi, associazione partigiani, si oppone alla cittadinanza onoraria che il Comune di Volterra ha attribuito Giorgio Albertazzi, l’attore toscano morto lo scorso maggio, che nello storico borgo toscano, aveva fondato nel 1995 un laboratorio teatrale.
La decisione non è stata affatto condivisa dalla sezione locale dell’Anpi, che anzi “esprime disappunto e si dissocia in maniera netta”.
“Abbiamo atteso fino ad ora per non creare polemiche, ma ora vogliamo chiarire il motivo di questa nostra posizione che non riguarda i meriti artistici dell’attore ma la sua vicenda personale- attacca l’ Anpi Volterra su Facebook allegando la foto di un partigiano impiccato. Albertazzi è stato uno degli artefici della terribile repressione a seguito dei rastrellamenti sul Monte Grappa dal 20 al 27 settembre 1944, nell’ ambito dell’operazione Piave da parte dei nazifascisti”, dicono dall’associazione locale.
INsomma, secondo l’Anpi Albertazzi fu un repubblichino «fucilatore di partigiani e disertori».
Così scrive “Il Giornale”:
“Albertazzi ha dato la sua versione dei fatti nelle interviste e nei libri autobiografici. «La fama di fascista non me la sono mai scrollata di dosso. Andai a Salò come tanti ragazzi, convinto che lì si combattesse per l’Italia, consapevole che in quel momento stavo dalla parte di chi già aveva perso. Io non mi pento di quanto ho fatto. A maggior ragione non mi pento di quanto non ho fatto. E io non ho fucilato nessuno» ha raccontato Albertazzi, che militò nella Rsi col grado di sottotenente (anche Dario Fo fu un giovane repubblichino, ma l’Anpi non ha mai criticato il passato del premio Nobel)”.
Non si è fatta attendere la replica della vedova di Albertazzi, Pia dè Tolomei di Lippa, che sulla Nazione rimanda al mittente le critiche:
“Perché prendersela con Giorgio che non c’ è più? Si ricordino che l’Anpi è un istituto culturale pagato dagli italiani: e Albertazzi è stato un grande italiano, ha ricevuto i più alti riconoscimenti dallo Stato. Questa cosa è allucinante.
Devo ricordarlo io che quello era un periodo di guerra civile? Ci sono foto di partigiani illustri con teste mozzate, sbandierate, che hanno ucciso altri uomini. Mi chiedo: se Giorgio fosse stato dall’altra parte sarebbe stato migliore? È solo una speculazione vergognosa verso chi non può più difendersi”.
Fonte: Il Giornale