Economia

Anche l’Italia costretta a chiedere aiuti indiretti

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Roma – Nella giornata di ieri i rendimenti dei bond italiani a 10 anni sono balzati al 6,06%, portando lo spread, il differenziale tra i titoli di stato italiani (Btp) e i loro omologhi tedeschi (Bund), a 463 punti base (4,63%). Chiaro segnale di stress e delle difficoltà incontrate dal paese nel riconquistare la fiducia dei mercati.

L’Italia corre allora ai ripari, e si muove per evitare uno stallo allo stato attuale, che rende il costo del prestito insostenibile nel medio-lungo periodo e rischia di deragliare il processo di riduzione del debito.

Il ministro per gli Affari europei Enzo Moavero annuncia che durante la riunione in settimana, tra i ministri delle Finanze Ue, l’Italia chiederà l’introduzione di un meccanismo semi-automatico che veda protagonisti Banca centrale europea o il fondo permanente di salvataggio ESM (European Stability Mechanism), nel tentativo di ridurre lo spread con i bond tedeschi, secondo quanto riporta Reuters. Molto ambigui i commenti a questa news che circola in tutte le banche del mondo, riportata in Italia solo da Wall Street Italia, nel silenzio totale dei media e delle agenzie di stampa (e’ auto-censura al limite dell’omerta’).

“L’idea è quella di proporre, durante il meeting in settimana Eurogruppo/Ecofin, l’introduzione di un meccanismo ad attivazione semi-automatica, che agisca per ridurre gli spread quando questi si allargano in maniera eccessiva”, ha detto Moavero.

La Bce potrebbe farlo, ma in un modo tale che rispetti la propria autonomia. Il meccanismo renderebbe automatico un qualcosa che la Bce ha sino ad ora fatto in autonomia. Potrebbe farlo anche il fondo ESM, sebbene non possa agire come una banca”.

Alla richiesta se la Bce dovesse ridare vita al programma di acquisti di bond nel mercato, giustificato inizialmente dal fatto che i mercati riflettessero le decisioni di politica monetaria intraprese, Moavero ha risposto: “Non chiediamo questo, perché rispettiamo l’autonomia della Bce, ma ovviamente ogni mossa per tentare di ridurre lo spread sarebbe ben accetta”.

Moavero ha inoltre detto di non credere che il fondo ESM sia operativo già da luglio, come programmato, a causa dei tempi richiesti per la ratifica da parte dei vari paesi dell’Eurozona.