“Le azioni di Enron dovrebbero essere vendute a tutti i costi e ora”, l’avvertimento venne lanciato da Daniel Scotto, ex analista di BNP Paribas, due settimane dopo le dimissioni di Jeffrey Skilling, amministratore delegato dell’ex gigante energetico e un paio di mesi prima del tracollo delle azioni, che portarono al fallimento di Enron il 2 Dicembre.
In tutta risposta la banca d’affari francese, legata a Enron da un rapporto di investment banking, decise, in base a quanto afferma Scotto, di licenziare l’ardito analista.
“Siamo sorpresi dalle accuse di Scotto”, immediata e’ la risposta del portavoce di Bnp Paribas Mark Wisniewki, “il licenziamento di Scotto non ha nulla a che vedere con la vicenda”.
In realta’ esiste una prova del nove a favore di Scotto. Nel report pubblicato il 23 Agosto l’analista decise di abbassare il rating sul titolo da “Buy” a “Neutral”. “Avrei rischiato la ghigliottina se avessi consigliato un “Sell”, ha commentato l’analista.
La saga di Enron continua, dunque, a scuotere il mondo delle societa’ di rating e delle banche d’affari , che nel frattempo cercano di difendersi dall’accusa di aver consigliato troppi “Buy”, proprio poco tempo prima che l’ex gigante energetico crollasse sotto il peso dei suoi debiti.
Il caso potrebbe colpire anche Merrill Lynch. La banca d’affari, diverse volte in passato aveva sollecitato i vertici societari a investire su Enron.
Una volta acquisita una partnership limitata nell’ex gigante energetico, i dirigenti di Merrill fecero di tutto per nascondere le perdite finanziarie di Enron, gonfiando artificialmente i profitti societari.
E fu proprio Merrill Lynch, in una posizione aperta di conflitto di interessi, ad aiutare Enron a raccogliere un ammontare di $349 milioni, che fu poi devoluto a favore della partnership stessa, conosciuta con la sigla LJM2, attraverso finanziamenti provenienti dai fondi pensione e da altri investitori istituzionali.