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ANALISTI PESSIMISTI. IL RALLY NON PUO’ CONTINUARE

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Un rally cosi’ durante la stagione delle trimestrali non si vedeva dal 2002. L’accelerazione dell’S&P 500 e’ stata tale da spingere il 34% delle societa’ componenti il paniere allargato oltre i prezzi obiettivi fissati dagli analisti per il prossimo anno, alimentando di conseguenza le preoccupazioni circa la durata e la consistenza del recupero.

Dopo aver guadagnato il 14% da quando il 7 aprile scorso Alcoa ha riportato i conti fiscali, l’S&P 500 si e’ portato la settimana passata al 5% di distanza dalla quota prevista in media da oltre 1.700 analisti di borsa (970.21). Caterpillar, principale produttore mondiale di macchine movimento terra, e Citigroup, la banca salvata dal governo con un intervento da 45 miliardi di dollari, figurano tra le 170 societa’ che scambiano su livelli superiori alla media dei target price fissati dagli esperti.

Tuttavia per il momento gli analisti hanno scelto di non aumentare i prezzi obiettivo e le stime sugli utili fiscali, dopo che l’S&P 500 ha accumulato guadagni pari a +37% dalla prima settimana di marzo, quando era scivolato sui minimi di 12 anni. Cio’ ha alimentato le preoccupazioni degli investitori circa la durata e la consistenza del rally, con molti operatori che ritengono che sia andato troppo lontano e sia stato troppo veloce.

“Sarebbe irrealistico aspettarsi che il mercato continui a salire da questi livelli”, sostiene Leo Grohowski, chief investment officer di Bank of New York Mellon Wealth Management. “Per il mercato sarebbe salutare prendersi una pausa e permettere ai fondamentali di assestarsi”.

Oltre un terzo delle aziende che compongono il benchmark dell’azionario americano sono sopravvalutate rispetto al prezzo obiettivo di riferimento. Questo fa si che il valore di mercato dell’S&P 500 sia pari a 970.21 punti, cifra che si confronta con i 929.23 punti della chiusura dell’8 maggio.

Nella sola settimana conclusasi venerdi’ scorso, l’S&P 500 ha guadagnato il 5.9%, cancellando le perdite accumulate sino a quel momento dall’inizio dell’anno. A sostenere il listino sono stati i risultati degli stress test condotti sulle 19 banche principali del Paese, che hanno rassicurato gli investitori circa lo stato di salute del sistema finanziario. Ha contribuito a rasserenare gli animi anche il rapporto del Dipartimento di lavoro sulla situazione occupazionale, da cui e’ emerso che le perdite di posti di lavoro hanno sono diminuite in aprile. Guardando all’andamento settoriale, a guidare i rialzi sono stati ancora una volta i finanziari, con un balzo del 23%.

Oltre 200 aziende hanno guadagnato almeno il 50% dai minimi toccati il 9 marzo scorso. I prezzi di quasi la meta’ delle societa’ si trovano a meno del 5% di distanza dal loro obiettivo per quanto riguarda il valore di mercato.

La rimonta di cui l’S&P 500 si e’ reso protagonista di recente e’ anche il rally piu’ consistente mai registrato nell’arco di nove settimane dagli anni trenta. Tutto e’ cominciato quando alcune delle principali banche del Paese in difficolta’, tra cui Citigroup e Bank of America, hanno annunciato il ritorno alla redditivita’ nel primo trimestre. A contribuire alla corsa agli acquisti sono stati inoltre il piano complessivo da $787 miliardi tra spese e tagli fiscali annunciato dal Presidente Obama e il programma da $1.000 miliardi messo a punto dal Tesoro con l’obiettivo di rilevare gli asset tossici degli istituti finanziari.

“Le stime suggeriscono che non c’e’ la forza sufficiente per proseguire oltre, perche’ le azioni scambiano ormai sui valori di mercato”, dice Hayes iller di Baring Asset Management. “La crescita degli utili nel 2009 e 2010 non puo’ sostenere prezzi molto piu’ elevati di quelli attuali”.

Fonte: Bloomberg