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ANALISI: OCCHIO AI TELEFONICI ASPETTANDO IL RALLY

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Il settore delle telecomunicazioni ha subito forti ribassi negli ultimi mesi del 2000, ma proprio da questo comparto dovrebbe arrivare la tanto attesa ripresa. Secondo gli analisti – sentiti da WallStreetItalia -, data la capitalizzazione di Tim, Telecom e Olivetti, (un terzo del listino) è infatti impossibile prescindere dal loro andamento se si vogliono sollevare i corsi del mercato.

In altre parole è certo che la scuderia Colaninno sarà “il cavallo di Troia” per invertire il trend ribassista e recuperare le posizioni perse a fine anno. I dubbi che restano sono tutti sui tempi, che rimangono strettamente legati a vicende esterne al mercato italiano.

Per Antonio Ranieri, analista Uniprof, “è dai telefonici che si partirà. Ma sarà un movimento corale dietro la ripartenza dei mercati USA. Ci sono delle date fondamentali – aggiunge Ranieri. A fine gennaio, infatti, c’è l’importante riunione della Federal Reserve e poi bisogna attendere le prime mosse di Gorge W. Bush e vedere come reagiranno i listini americani”.

Per altri, invece, bisognerà attendere la seconda parte dell’anno perché le Tlc italiane hanno scontato meno il ribasso dei competitors europei e quindi ci sono i margini per un nuovo arretramento. Inoltre, aggiunge un analista che preferisce non essere citato, “la battaglia sulle tariffe ridurrà i margini di guadagno e gli investimenti per le nuove tecnologie peseranno non poco”.

Per Donatella Principe, analista della Banca Popolare di Vicenza, “le Tlc saranno le prime a beneficiare di un eventuale sprint rialzista del mercato. Si ha la percezione che i titoli siano vagamente depressi e che si stia avvicinando il momento del giro di boa”.

Per un altro analista di una primaria Sim milanese, “momento fondamentale sarà la convention del 5/6 febbraio del gruppo Telecom, in cui oltre ai dati di bilancio 2000, saranno importanti i piani di sviluppo e i messaggi che il board manderà ai mercati”.

Vediamo da vicino quali sono i punti che caratterizzano le tre aziende che dominano il panorama delle telecomunicazioni a Piazza Affari:

TIM: Per tutti gli analisti – sentiti da WallStreetItalia – la società resta la migliore realtà europea nel settore della telefonia mobile ed è più interessante di Telecom e di Olivetti. Per l’analista Uniprof “il titolo inizia a farsi appetibile sopra i €9,50, per trovare poi conferma sui €10,20-€10,50.

La società guidata da Marco De Benedetti, a detta degli analisti, si avvantaggerà per il fatto di aver pagato molto meno dei competitors europei le licenze per l’UMTS (telefonia di terza generazione) e inoltre si ritrova i 10.000 miliardi di lire incassati dalla conversione delle azioni risparmio. “E’ l’unica società a non avere debiti – aggiunge Donatella Principe – e ha i maggiori spazi di crescita. A livello di reddito, infatti, si presenta bene e poi ha avviato un interessante processo di diversificazione in Sud America. Credo che ci sia la possibilità di accumulare il titolo, tanto più quanto si avvicina verso gli €8”.

“E’ sicuramente il più appetibile – aggiunge un altro operatore del settore – anche se il mercato del mobile va verso la saturazione e i ricavi sulla nuova clientela andranno a ridursi. Va, infatti, considerato che in Italia ci sono già 42 milioni di carte Sim per il 70% della popolazione. Importante sarà il processo di diversificazione con l’offerta di nuovi servizi, cosa che per altro Tim sta portando avanti bene. La stessa Joint Venture firmata da poco con Ntt Docomo potrebbe portare in Italia i servizi di intrattenimento come di informazione che in Giappone stanno spopolando”. “L’unico problema – aggiunge l’analista – potrebbe arrivare da risultati meno performanti rispetto agli anni passati”.

La soglia più interessante di entrata viene fissata dall’analista della popolare di Vicenza ai €7,9, mentre le resistenze principali del titolo si trovano a €9,6, poi a €10,3, a €11,5 e infine a €13, valore indicato come target price da Ubs Warbur, pochi giorni fa.

Telecom Italia: Secondo Antonio Ranieri il titolo non è tra i più cari in Europa, ma pesa su di lui quello che l’analista chiama “l’effetto Colaninno”. Ossia i mercati hanno paura che il numero uno del colosso telefonico possa “tirarne fuori un’altra delle sue”.

Per Donatella Principe, invece, Telecom sta tenendo su tutti i fronti e mantiene una grande quota del mercato. “Valido anche il processo di fidelizzazione della clientela – aggiunge l’analista – anche se ritengo che il mobile sia al momento più valido del fisso”.
“La sensazione su Telecom è positiva – commenta un altro analista – perché l’attività fissa va bene e la pressione competitiva ancora non è eccessiva. Anzi, pare che la società di Colaninno stia rispondendo colpo su colpo e a rafforzarsi. Esemplare l’offerta flat di Teleconomy che rappresenta una buona e riuscita mossa. Ora è partita anche l’offerta delle linee Adsl”.
“Negativa invece la bocciatura dell’operazione Seat-Tmc – continua l’analista – che avrà un suo peso per gli sviluppi futuri. Le ragioni dell’Authority poi non sono sembrate così chiare e forse potrebbe segnalare che è cambiato il clima politico”.
Per chi intende acquistare Telecom Italia, gli analisti consigliano di farlo tra gli €11,7 e i €12,4. La prima resistenza si trova a €13,5 poi a €14 e successivamente a €14,6. Per Donatella Principe non bisogna andare oltre questa soglia, mentre per un altro analista è già scritto sui muri che il titolo arriverà ai €13,5 per poi fermarsi.

OLIVETTI: Il titolo viene considerato da tutti come ad alto potenziale di crescita con un forte appeal speculativo, che gli deriva dalla possibilità di essere scalato. Alla Uniprof ritengono che in caso di risalita, il titolo dovrebbe nettamente sovraperformare la prestazione di Telecom Italia.

Alla Popolare di Vicenza ritengono che sulla società di Ivrea pesi l’aumento di capitale. Ma anche gli ultimi rating come quello di Credit Swiss del 15 gennaio, che ha rivisto il suo giudizio da ‘Buy’ ad ‘Hold’ sul titolo. Per Principe, comunque, “le prospettive di risalita sono buone, perché il titolo quota a sconto”.

Le azioni che in questi tempi viaggiano intorno ai €2,7, trovano una prima resistenza ai €3 e una seconda a €3,35.