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Amministratori grillini tornano sui banchi di scuola, studiano diritto

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Parma – I venti consiglieri comunali hanno iniziato con le lezioni di Diritto amministrativo, la prima giovedì scorso. Poi si misureranno con un’altra materia: Tecniche di bilancio. Intanto, anche i semplici attivisti – le masse – propongono corsi autogestiti sui temi che i media censurano e sulla Costituzione. Così il Movimento Cinque Stelle di Parma si prepara all’esame più importante: trasformarsi da partito di lotta a partito di governo. Il Movimento tenta, dunque, il salto di qualità per dimostrare che il sindaco Federico Pizzarotti e i suoi non sono dei parvenu solo piazza, slogan e rosari di no.

Ora che il palco di Beppe è stato smontato, queste Frattocchie 2.0 nella Stalingrado grillina possono avere un senso per i neo amministratori. Che, volenti o nolenti, visto il debutto nel vituperato Palazzo, sono dei veri e propri quadri da formare per raggiungere la Terza via. Ma la loro premessa è un’ammissione: non siamo politici, facevamo altro nella vita e quindi studiamo. Un bene o un male? Di sicuro, dalla teoria alla pratica, il passo sarà brevissimo. C’è già un bel tavolo di lavoro – “meglio: un laboratorio” – in piazza Garibaldi che li aspetta. Si chiama Comune, le sue casse perdono acqua – e soprattutto euro, seicento milioni di euro – da tutte le parti.

I consiglieri comunali prendono appunti in un appartamento di strada a Baganzola, messo a disposizione da un anonimo sostenitore di Pizzarotti. Tre lezioni a settimana. Dietro alla scrivania, una docente di Giurisprudenza dell’Università di Parma che – “a titolo gratuito”, scrivetelo – forma i neo amministratori. La prof è una sostenitrice del Movimento Cinque Stelle. Anche lei alle 17.15 di lunedì 21 maggio ha esclamato “ce l’abbiamo fatta!”.

La sua classe, d’altronde, è quanto di più variegato ci possa essere. L’età media della nuova maggioranza monocolore che siederà sugli scranni del Consiglio non supera i quarant’anni. I laureati sono cinque, e a questi tra poco si aggiungerà Marco Bosi, 25 anni, mister preferenza del gruppo con 468 voti, alle prese con una tesi sugli indicatori economici alternativi al Pil. A scuola di buona amministrazione anche padre e figlio: l’ingegnere meccanico di 56 anni Lucio De Lorenzi e il pargolo Andrea, 20 anni, 32 preferenze, consigliere-mascotte del gruppo. Nel melting pot ambientalista e decrescista non mancano il Cipputi della situazione (Luca Rizzelli, 29 anni, operaio e delegato sindacale Fiom) e i due cuori e un Meet Up (Barbara Cacciatore e Mirco Zioni, colleghi consiglieri ma anche compagni nella vita con due bimbi: tu chiamale, se vuoi, mozioni).

E mentre i quadri studiano per il sol dell’avvenire, anche il Movimento si organizza. L’idea del popolo a Cinque stelle è quella di dare vita a seminari autogestiti sui temi che i media censurano (ambiente, edilizia, economia e mobilità). Un modo per informarsi in maniera alternativa, ma anche un corso di difesa personale dai giornalisti. Le iene dattilografe viste più che mai da queste parti come il megafono di quei poteri forti che hanno contribuito ad affondare la città. “Senza che nessuno, o quasi, scrivesse una riga”. Anche questo è il passato a Parma. La città dove la scena ha rubato il posto al retroscena.

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