America: Murdoch e i fratelli Koch sponsor a suon di miliardi dell’ondata fascista anti-Obama
I conservatori populisti, i cosiddetti pop-con che stanno dettando l’agenda politica della destra con il movimento dei Tea Party che ha eletto Sarah Palin a sua eroina e Glen Beck (anchor di Fox TV) come portavoce e forse candidato alle prossime presidenziali, hanno riempito le pagine di tutti i giornali del mondo dopo che si sono proclamati, con una gran provocazione, eredi di Martin Luther King nella manifestazione di domenica scorsa a Washington.
Quello di cui pero’ pochi sono a conoscenza e che non e’ venuto alla luce nel raduno al Washington Memorial della capitale statunitense – scrive Frank Rich, uno degli editorialisti piu’ autorevoli del New York Times – e’ che dietro al Tea Party ci sono i miliardi di dollari di Rupert Murdoch e della famiglia Koch. Se il primo, re dell’impero mediatico di News Corp. (dal Times di Londra al Wall Street Journal, da Fox Tv e Sky Tv al New York Post) e’ noto a tutti, i fratelli Charles e David Koch sono ancora piu’ ricchi, anche se sconosciuti al grande pubblico: solo Bill Gates e Warren Buffett possono vantare un patrimonio piu’ grande in America. “Ma persino quelli che sventolano i cartelli di propaganda comprati con i soldi dei tre miliardari probabilmente non sanno chi sono costoro”, scrive Rich.
O almeno non si sapeva nulla prima che la scorsa settimana sui Koch si accendessero le luci della ribalta, grazie al ritratto offerto da una delle migliori giornaliste investigative d’America, Jane Mayer. Il suo articolo, apparso sul New Yorker, ha fatto scalpore tra le file dell’elite liberal di Manhattan, che non sapeva che David Koch, famoso per le sue attivita’ di filantropia culturale, non e’ soltanto uno dei tanti ricchi Repubblicani conservatori, ma e’ anche il fondatore di “Americani per la Prosperita’”. La fondazione, come scrive Mayer con tono eufemistico, ha lavorato a stretto contatto con il Tea Party sin dalla nascita del movimento.
I newyorchesi che associano il teatro David Koch del Lincoln Center al New York City Ballet, saranno sicuramenti colti di sorpresa nello scoprire che il ramo texano del braccio politico della Fondazione, che si nasconde per l’appunto con sotto il nome “Americani per la Prosperita’”, ha consegnato il suo premio di Blogger dell’anno ad un attivista che aveva etichettato il presidente Obama “cokehead in chief”, ovvero un cocainomane a capo dello Stato. Livelli di bassezza al confonto dei quali quelli della lotta interna al PDL tra berlusconiani e finiani sono minuetti al suono del violino.
L’altro sponsor principale del movimento di estrema destra e’ la FreedomWorks di Dick Armey, che ha promosso eventi a Washington nel fine settimana. Sotto il suo nome originale, “Cittadini per una sana economia”, FreedomWorks ha ricevuto $12 milioni proprio dalle fondazioni della famiglia Koch. Il cerchio si chiude.
Servendosi di documenti fiscali, Mayer ha fatto una interessante scoperta: le fondazioni Koch hanno distribuito 196 milioni di dollari tra il 1998 e il 2008, gran parte dei quali per cause di matrice conservatrice e ad altre istituzioni. Tale cifra non comprende i 50 milioni dollari in lobbying spesi da Koch Industries e i 4,8 milioni dollari in contributi elettorali investiti dal suo comitato di azione politica: la cifra e’ la maggiore sborsata dai colossi dell’energia americani, piu’ alta anche di quella promessa da Exxon Mobil e Chevron. Poiche’ l’attuale normativa fiscale consente donazioni anonime personali a scopo di lucro a gruppi politici, questi dati potrebbero essere certamente sottovalutati.
Sicuramente le donazioni della famiglia Koch al Tea Party sono almeno pari alle promozioni continue che l’emittente di Murdoch Fox News trasmette 24 ore su 24 e dove sia Sarah Palin che Glenn Beck, il vero idolo dei pop-con, sono presenti a libro paga. Peraltro, con candidati come questi alla prossime predidenziali, che mettono in allarme gli stessi vertici del Partito Repubblicano la cui base elettorale e’ in gran maggioranza moderata, non e’ escluso che Obama alla fine abbia da avvantaggiarsi. Il loro livello e’ cosi’ basso, anche se populista e quindi di presa sulla massa, e la Palin soprattutto e’ cosi’ ignorante e stupida, che sarebbe un’avversaria fantastica per un secondo mandato di Barack nel 2012 qualora l’ex governatrice dell’Alaska si candidasse alla Casa Bianca.
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(AGI/WSI) New York – Il 59% degli americani reputa Sarah Palin non idonea a diventare presidente degli Stati Uniti. Soltanto il 26% degli intervistati la vede con favore alla Casa Bianca. E’ il risultato di un sondaggio pubblicato da Vanity Fair. Il 40% di elettori del partito Repubblicano ha risposto “no” alla domanda “Potra’ l’ex governatore dell’Alaska essere un presidente efficace?”. Della stessa opinione il 75% dei Democratici.