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America Latina: Energia, la sfida di Lula a Chavez

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Accordi, investimenti e progetti progetti: l’energia è uno dei temi chiave del dibattito latinoamericano. Da una parte c’è “la politica dell’etanolo” di Luiz Inacio Lula da Silva e dall’altra la “diplomazia del petrolio” di Hugo Chávez. Il presidente brasiliano e quello venezuelano iniziano due viaggi internazionali paralleli all’insegna di strategie energetiche completamente differenti. La prima tappa del tour di Lula è il Messico, un Paese con il quale il Brasile vuole rafforzare le sue relazioni, e non solo a livello economico e commerciale. Ma è l’energia – e in particolare il futuro dei biocombustibili – l’obiettivo cruciale di questa visita presidenziale. Lula cercherà di convincere l’omologo Felipe Calderón a unirsi agli ambiziosi progetti brasiliani per l’espansione dei biocarburanti.
Durante la visita verrà firmato un memorandum d’intesa fra i due giganti statali Petrobras (brasiliana) e Pemex (messicana) che riguarderà l’etanolo, ma anche l’esplorazione di greggio nelle acque del Golfo del Messico. Oggi il presidente brasiliano partirà per l’Honduras e anche qui sottoscriverà un accordo per la produzione di biocombustibili.
Il tour di Lula proseguirà in Centroamerica. Dopo il Nicaragua (che nel campo energetico dipende molto dal Venezuela di Chávez), il leader brasiliano volerà in Giamaica, dove inaugurerà una fabbrica di etanolo. Infine viaggerà a Panama, dove è prevista la firma di un ultimo memorandum d’intesa sullo sviluppo dei biocarburanti a base di canna da zucchero. Nella regione centroamericana l’etanolo – con gli investimenti e la cooperazione brasiliani – ha risvegliato un grande interesse.
Mentre Lula promuove l’etanolo in Messico e nellAmerica Centrale, Chávez è volato ieri in Argentina per sottoscrivere accordi energetici (sugli idrocarburi) e finanziari con Nestor Kirchner. I Paesi scelti dal venezuelano per questo viaggio latinoamericano sono l’Uruguay, la Bolivia e l’Ecuador: con gli ultimi due i rapporti politici sono particolarmente intensi grazie alla forte sintonia fra Chávez, Evo Morale e Rafel Correa.
A Quito il presidente venezuelano prevede la firma di un protocollo per la costruzione di una grande raffineria sulla costa del Pacifico per processare il petrolio dell’Ecuador. A Chávez il biocombustibile brasiliano non piace, anche perché gran parte della sua politica estera si basa proprio sui frutti del petrolio e dei suoi derivati.
Il Venezuela è il principale esportatore di “oro nero” della regione, ma i progetti del Brasile per il biocarburante interessano vari soci latinoamericani, gli Usa e l’Unione europea.