Società

America, la superpotenza dove in 44 milioni vivono con i sussidi pasto

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NEW YORK – Si può parlare di ripresa dell’economia degli Stati Uniti con più di 44 milioni di americani che vanno avanti ricorrendo ai buoni pasto forniti dal governo in forma di sussidio? Il dubbio è più che legittimo, se si considera che tale numero rappresenta il massimo storico di sempre, in crescita tra l’altro del 13,1% rispetto al 2010. Per la superpotenza americana e’ un richiamo alla dura realta’ di un paese molto ricco al vertice e molto povero (da Terzo Mondo) nella fascia bassa dei cittadini, visto che il 14% della popolazione riceve sussidi per mangiare.

La verità, a dispetto di quanto affermano gli ultimi dati che parlano di un’economia in ripresa, fa venire i brividi: allo stato attuale delle cose, un americano su sette dipende dal governo federale semplicemente per… metter qualcosa nel piatto la sera. Eppure si parla negli States del ritorno degli “happy days”, di incremento dei profitti delle aziende, di miglioramento dei consumi.

Forse, però, senza osservare alcuni punti cruciali. Tra questi, il tasso di disoccupazione Usa che, secondo Gallup, è salito al 10,3% alla fine di febbraio, al livello record da quando la società di sondaggi ha iniziato a raccogliere i dati. Il mercato immobiliare, poi, dopo 3 anni di cali (in certi casi con cali di -50%) è ancora imballato. Basti pensare che il numero di nuove case vendute in America nel mese di gennaio è stato inferiore del 18,6% rispetto al dato del gennaio del 2010. Senza considerare il fatto che il governo Usa sta tuttora o sottoscrivendo o garantendo più del 90% dei mutui americani.

Un altro dramma riguarda sempre il mercato del mattone: nel corso del 2010, più di un milione di famiglie americane ha perso la propria casa per via dei pignoramenti dovuti all’incapacita’ di pagare le rate; e secondo le stime il dato è destinato a salire anche nel 2011. Tale fenomeno si collega all’incremento di quelle aree desolate, un tempo popolate da abitazioni, che ora sembrano assomigliare sempre di più a vere e proprie area disabitate. Per esempio, ci sono 15.000 abitazioni vacanti solo nella città di Chicago e 60.000 circa tra appartamenti e case disabitate a Las Vegas, una delle metropoli piu’ colpite.

Per non parlare del fatto che, secondo i numeri forniti dall’Oil Price Information Service, i cittadini che hanno un’auto negli Stati Uniti hanno speso in media $347 per i rifornimenti di benzina soltanto nel mese di febbraio, il 30% in più rispetto allo scorso anno, per l’aumerto del prezzo alla pompa dovuto al rialzo del petrolio. Tale cifra, per avere un’idea delle pressioni sulle spese delle famiglie, corrisponde al valore medio del reddito che gli americani percepiscono in una settimana. Dunque, cosa accadrà se i prezzi della benzina continueranno a salire? (il petrolio e’ in calo negli ultimi 3 giorni nel dopo-terremoto in Giappone, ma la tendenza al rialzo non e’ stata toccata).

E per concludere e dire le cose veramente come stanno ricordiamo che il deficit commerciale Usa nel corso del 2010 è aumentato del 33% rispetto al 2010; che il numero di americani che, scoraggiati, hanno smesso di cercare lavoro viaggia ai massimi di sempre.

Elencati tutti questi fattori, ci si chiede, questa ripresa dell’economia tanto decantata dal consensus degli economisti, è davvero reale? O e’ forse una bolla gonfiata ad arte dai poteri bancari e finanziari guidati dalla Fed per infondere fiducia di breve periodo ai mercati? Avvertenza: tutti i dati sopra elencati sono stati ripresi con accuratezza da vari istituti ufficiali di statistica degli Stati Uniti.