“C’è poco da dire, questi non sono giorni come gli altri. Le crisi finanziarie negli Stati Uniti e in Europa si stanno alimentando a vicenda, con il rischio di un brusco stop fiscale a Washington che porta una maggiore avversione al rischio e aggrava i timori sul mercato dei bond di Italia e Spagna. Si tratta di un assaggio della catastrofe anticipata da Ben Bernanke, qualora i politici non riuscissero a controllare le loro emozioni”. Apre così l’editoriale per il Telegraph di Ambrose Evans-Pritchard, intitolato: “L’America è appena ferita, l’Europa rischia la vita”.
“Il mio incubo più ricorrente sin da quando la crisi finanziaria ha iniziato a manifestarsi 4 anni fa, è il rischio che vengano ricalcati gli eventi del 1931, quando i leaders non erano riusciti a riformare il Gold Standard, portando a una crisi nel sistema bancario dell’Europa”. Gli avvenimenti del tempo sono conosciuti a tutti, con il sistema internazionale praticamente collassato, e con i vari paesi che hanno preferito racchiudersi in varie forme di autarchia (economie chiuse) o di estremismi (fascismo,…).
Il rischio più grande per l’America sembra essere quello di un taglio eccessivo nella spesa pubblica, dalla quale l’economia dipende fortemente, specialmente alcuni stati. L’Europa sembra invece avere un problema ben più serio. “È chiaro che l’accordo raggiunto nell’ultimo summit Ue è ancora troppo scarso per evitare la continua perdita di fiducia, che dimostra come nord e sud siano ormai troppo distanti per condividere un’unione monetaria”, ha detto, riferendosi al continuo rialzo dei rendimenti dei titoli italiani e spagnoli.
“La situazione può sfuggire di mano a meno che un garante di ultima istanza non intervenga a rassicurare il mercato. La Banca centrale continua a rifiutarsi e il Fondo EFSF non può ancora farlo … è ancora troppo piccolo (€440 miliardi)”.
“L’incapacità della Germania, dell’Olanda e della Finlandia di accettare ciò che implica un’unione monetaria ha aumentato il rischio di una crisi traumatica in Italia e Spagna. I leaders Ue stanno in fin dei conti portando quello che si erano impegnati di evitare”.
Se gli Stati Uniti non sono in grado di isolarsi completamente da conseguenze negative in Europa, perlomeno sarebbero capaci di ridurre l’impatto, ripristinando l’ordine politico in casa loro.
“Possiamo solo sperare che almeno una metà dell’Atlantico regga solida. Se tutte e due dovessero crollare, compra un fucile e preparati al 1932”.
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