Bangkok – Con la fine del programma QE2 (Quantitative Easing), crescono le aspettative secondo cui la Fed potrebbe arrivare presto a modificare la propria politica monetaria, forse già dalla prima parte del 2012. Gli ultimi dati di una ripresa economica più lenta, al massimo, potrebbero posticipare l’intervento alla seconda metà per stimolare ancora l’economia.
Ma se il mercato scommette su un rialzo dei tassi entro un anno, al momento prossimi allo zero, gli economisti di Goldman Sachs la vedono diversamente. E non parlano di 2013 o di un leggero ritardo. A loro dire i tassi potrebbero rimanere invariati ancora fino al 2018. Non è lo stimolo economico da solo a giocare un ruolo chiave nella decisione; a loro avviso i tassi sui fed funds dovrebbero rimanere praticamente azzerati ancora a lungo per supportare il processo di risanamento dei conti pubblici.
“Il meglio che la Fed possa fare al momento è mantenere i tassi di interesse inalterati, per supportare la crescita in un periodo in cui sarà fondamentale attuare le riforme di consolidamento fiscale”, scrive nella nota l’economista di Goldman Sven Jari Stehn. “La situazione fiscale attuale dovrebbe contribuire a mantenere il livello dei tassi invariato ancora a lungo”.
Infatti, anche se i politici dovessero trovare a breve un accordo per tagliare la spesa e alzare le tasse, ci vorrà del tempo per portare il deficit sotto controllo, deficit che quest’anno è nella giusta strada per raggiungere il 7,7%.
Ecco allora che, basandosi sui dati storici analizzati, che parlano di 6 anni perché le misure di stretta fiscale facciano effetto, gli economisti di Goldman credono che potremmo avere una situazione più propensa a un rialzo dei tassi di interesse, solo intorno al 2018. Gli ultimi dati, che parlano di una ripresa più lenta, alimentano le aspettative su tassi di interesse invariati e dovrebbero continuare a spingere sulla debolezza del dollaro.