![Altalena alla Borsa di Milano: i tori perdono il comando sul finale](https://cdn.wallstreetitalia.com/v8A6OCIQM4xGTX-DLLj6s8xXWUw=/1280x720/smart/https://www.wallstreetitalia.com/app/uploads/2012/03/32709.png)
Milano – La borsa di Milano vira in rosso sul finale, bruciando i guadagni accumulati sin qui sulla scia di alcune storie societarie positive e dell’esito positivo delle aste di debito italiano di questa mattina, che ha corretto il tiro dopo l’emissione non convincente dei Ctz, ieri.
L’ultima asta del Tesoro ha visto i rendimenti del Bot a sei mesi tornare sui livelli di settembre 2010. Il Ftse Mib ha ridotto progressivamente i guadagni, tuttavia, fino a registrare in chiusura un calo dello 0,22%, sotto i 16.500 punti. Riguardo alle altre piazze finanziarie europee Londra -0,91%, Francoforte -0,92%, Parigi -0,98% e l’indice di riferimento Eurostoxx 50 in ribasso di -0,99%.
“Il problema è che il mercato sta cercando idee e non riesce a capire se ci sarà un ulteriore strappo al rialzo o se serve una correzione, così nessuno osa muoversi”, commenta un trader di Milano interpellato da Reuters.
L’euro intanto perde forza sul dollaro, all’indomani del raggiungimento dei livelli massimi da un mese a questa parte. A togliere brillantezza al dollaro – in flessione anche sullo yen – erano state le parole del governatore della Fed Ben Bernanke.
In un’intervista all’emittente Abc di ieri sera, Bernanke ha spiegato che gli Stati Uniti non si trovano ancora in maniera definitiva su un percorso di ripresa, dunque confermando l’impostazione monetaria espansiva della banca centrale, nonostante i segnali di miglioramento recentemente giunti dall’economia nazionale.
Protagonisti sempre i timori sullo stato di salute dell’economia degli Stati Uniti, dopo che gli ultimi dati hanno messo in evidenza come la ripresa sia ancora fragile. Gli investitori temono che il recupero dell’economia numero uno al mondo sia solo temporaneo, e sperano davvero che alla fine arriverà il salvagente QE3, lanciato dal presidente della Fed Ben Bernanke.
Dopo le dichiarazioni di Angel Gurria, numero uno dell’Ocse, le speranze sono rivolte anche alla possibilità che la Bce faccia di più per arginare una crisi che potrebbe contagiare il mondo intero, e e che l’Ue crei un “firewall”, ovvero una potenza di fuoco, di 1.000 miliardi di euro.
Tra i titoli sul Ftse Mib, bene Unicredit, all’indomani dei risultati di bilancio.
Finmeccanica dopo il +11% della sessione di ieri, balza fino a +17% dopo che il gruppo della Difesa ha comunicato i conti e a seguito delle dichiarazioni del direttore generale Alessandro Pansa.
Male invece Banca Popolare di Milano, – dopo un bilancio che ha messo in evidenza una perdita, su base netta – di 614 milioni di euro. Il titolo ha ceduto fino a -5%, soffrendo anche per la decisione di Axia di tagliare il rating da “outperform” a “neutral”.
Occhio anche a Ubi Banca, che ha terminato il 2011 con una perdita su base netta di 1,8 miliardi e con svalutazioni, sempre su base netta, per 2,19 miliardi. Il cda proporrà all’assemblea dei soci la distribuzione di un dividendo di 0,05 euro per azione. Titolo inizialmente cauto, fa +0,95% per poi virare in rosso.
Telecom Italia beneficia della decisione di JP Morgan di alzare il rating a “neutral” da “overweight”. Tra le altre azioni positive, da segnalare Saipem e Stm, favorita dalla ricoperture. In rosso banco Popolare e MPS.
Sul mercato dei titoli di stato, lo spread BTP-Bund si attesta a 323 punti base, in marginale rialzo, a fronte di un rendimento dei BTP decennali sopra il 5,10%. Il Tesoro italiano ha collocato oggi 8 miliardi e 500 milioni di euro di Bot a 6 mesi, a un tasso che si è attestato al minimo dal 2010. L’asta di ieri, invece, insieme a quella spagnola, non aveva affatto convinto gli operatori. In entrambi i casi, infatti, sebbene di poco, il target delle emissioni non è stato raggiunto.
Rimane il fatto che i titoli di stato stanno salendo (e i tassi scendendo per la relazione inversamente proporzionale tra prezzo e rendimenti), per gli acquisti delle banche, soprattutto italiane. E ci si chiede se per caso non si stia formando una bolla.
In ambito valutario, nel tardo pomeriggio italiano l’euro è in calo sul dollaro a 1,3283 (-0,20%), mentre nei confronti dello yen scende dello 0,42%, a JPY 110,31. Rapporto dollaro/yen in flessione -0,31%, a JPY 82,93.
Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio accelerano al ribasso e scivolano a quota $105,27 al barile, con -1,90%, mentre le quotazioni dell’oro arretrano dello 0,73% a $1.675 l’oncia. A tal proposito, da segnalare la decisione di Goldman di rivedere al ribasso l’outlook sulle commodities da “overweight” a “neutral”. Il vero motivo, del ritracciamento delle quotazioni del greggio è però un altro.