(9Colonne) – Milano, 30 mar – In forte crescita tra la fine del 2006 e i primi mesi del 2007 i furti di rame in Italia. A lanciare l’allarme è Guidalberto Guidi, presidente di ANIE, la Federazione Nazionale delle Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche aderente a Confindustria. Da primi rilevamenti compiuti da ANIE su dieci aziende produttrici di cavi elettrici, ammonterebbe a oltre 2.000 tonnellate il quantitativo di merce sottratta, per un valore stimato intorno ai 10 milioni di euro. L’incremento dei furti è stato segnalato soprattutto nelle province di Arezzo, Ferrara, Cuneo, Chieti, Milano, Vicenza, Verona, Salerno e Lucca e, con molta probabilità, è da ricondurre all’ingente crescita del prezzo del rame che si è registrata negli ultimi tre anni. I prezzi, infatti, sono passati da 1.600 euro al kg nel 2003, alla punta di 6.000 euro raggiunta nel 2006 (+81% rispetto all’anno precedente), provocando un aumento più che proporzionale di furti. A preoccupare le aziende non sono soltanto gli ingenti danni economici, ma anche l’escalation di violenza: “Da episodi sporadici e apparentemente frutto di iniziative di singoli – denuncia il presidente ANIE – si è passati a rapine a mano armata, avvenute sia di giorno che di notte e compiute da gruppi di malviventi comprendenti anche una decina di persone. Le modalità violente che questi furti hanno assunto in alcuni casi stanno creando alle imprese del settore dei cavi problemi seri anche sotto il profilo organizzativo per la crescente difficoltà a trovare personale disponibile a lavorare nei turni notturni, più esposti al rischio”. Nel mirino dei ladri di rame sono soprattutto le imprese produttrici di cavi elettrici, per le quali questo materiale rappresenta circa il 40% dei costi di produzione, le imprese impegnate nell’elettrificazione delle linee ferroviarie e le imprese utilizzatrici di ingenti quantità di cavi quali le ferrovie e le utilities elettriche.
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