Società

ALLARME
TASSI AL 4%

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(WSI) –
Il denaro facile è morto. Questa la sensazione degli economisti di Morgan Stanley, secondo i quali la Bce si appresterebbe a condurre una vera e propria campagna di rialzi del costo del denaro in Eurolandia. “Nell’Eurozona, il ciclo del denaro facile è alla fine”, spiegano gli analisti della prestigiosa banca d’affari, secondo i quali Fraconforte alzerà il tasso refi al 3,25% domani 5 ottobre, per poi portarlo a fine anno al 3,50%.

Ma gli interventi non finiscono qui perché, dicono gli economisti di Morgan Stanley ”c’è il rischio significativo che la Bce non si fermerà al livello di supposta neutralità. Noi lo ipotizziamo al 3,5%, ma Francoforte porterà il costo del denaro all’interno di un sentiero restrittivo anche nel 2007. Alcuni membri del Board della banca centrale vedono infatti il livello di neutralita’ al 4% e anche oltre”.
Per Morgan Stanley quindi, l’impostazione restrittiva della Bce, che segue quella praticata dalla Fed drenando liquidità, renderà più vulnerabili i prezzi dei bond e il mercato obbligazionario potrebbe avviarsi lungo un classico sentiero ”bearish”.

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D’altra parte, un aumento dei tassi di un quarto di punto al 3,25% viene dato per certo da tutti gli analisti, secondo i quali la Bce, nella riunione del consiglio direttivo in programma il 5 ottobre a Parigi, sceglierà di continuare la stretta in modo graduale.

I dubbi degli esperti riguardano invece l’orientamento per il 2007 della banca centrale europea. Su un pool di 30 economisti interpellati dalle agenzie di stampa Afx news e France Presse, 29 prevedono un aumento al 3,25% e uno solo punta su una mossa unica di 50 punti base nell’incontro in programma dopodomani. Per 28 economisti, la Bce continuerà la stretta con un secondo aumento da un quarto di punto al 3,5% a inizio novembre. Riguardo alla riunione di Parigi, dice Jonathan Loynes di Capital Economics, “qualsiasi cosa che non fosse un aumento di un quarto di punto, sarebbe un vero shock per i mercati e farebbe sorgere gravi dubbi sulla capacità di comunicazione della Bce”.

Nella conferenza stampa di dopodomani, gli osservatori studieranno quindi molto attentamente le parole del presidente della Bce, Jean-Claude Trichet il quale, dopo aver parlato di un atteggiamento “molto vigile” nello scorso appuntamento con la stampa (a fine agosto) per preparare l’aumento di giovedì prossimo, dovrebbe ora annunciare l’intenzione di “monitorare con molta attenzione” tutti i rischi inflazionistici. Questa frase, secondo molti analisti, segnalerebbe l’intenzione di aumentare nuovamente i tassi di interesse fra due mesi, in dicembre.

Anche un lieve cambiamento di tono potrebbe essere indicativo: “un’espressione alternativa – dice Julian Callow di Barclays Capital – potrebbe essere ‘monitorare con attenzione’, il che suggerirebbe che la Bce non è sicura se aumentare nuovamente i tassi in dicembre”. Inoltre, se Trichet ribadirà la necessità, a fronte di una crescita economica in linea con le previsioni, di “una graduale rimozione della posizione accomodante della politica monetaria”, questo sarebbe un chiaro segnale, dicono gli esperti, che la Bce non si fermerà al 3,5% di dicembre.

L’aumento dei tassi di un quarto di punto previsto dopodomani a Parigi sarebbe il quinto per la Bce da quando è partita la stretta nel dicembre scorso e riporterebbe il tasso di riferimento al livello del novembre 2002. Il 3,5% che dovrebbe essere raggiunto in dicembre si collocherebbe, secondo gli esperti, nella parte bassa di una gamma ‘neutrale’ di tassi che viene considerata la più adeguata alla luce dei rischi per crescita e inflazione del 2007 e che potrebbe rappresentare il picco della stretta. “Il ciclo restrittivo – prevede Peter Vanden Houte di Ing – riprenderà solo dopo che il temporaneo rallentamento della crescita previsto per il 2007 si sarà concluso, probabilmente verso la fine di quell’anno”.

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