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ALLARME A WALL STREET, S&P500 IN MERCATO ORSO

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E’ ribasso su tutta la linea, della peggior specie. Il Dow Jones ha ceduto il 2.08% a 11147, l’S&P500 il 2.28% a 1224, il Nasdaq e’ arretrato del 2.60% a 2234. Il calo ha portato l’indice Standard & Poor’s 500 in territorio da “mercato orso” (bear market) per la prima volta dal 2002. Gli altri due indici ci sono gia’ da oltre una settimana.

Gli operatori sono molto preoccupati per l’outlook economico, e da oggi, in particolare, dell’effettiva capacita’ dei due colossi del comparto mutui, Fannie Mae e Freddie Mac, di riuscire a sventare il terribile credit crunch. I massicci sell su Fannie Mae e Freddie Mac hanno trascinato al ribasso tutti i titoli finanziari, in quello che e’ stato il peggior crollo del comparto degli ultimi 6 anni. Merrill Lynch ha perso -9,25%, sull’onda di voci legate a nuove svalutazioni. Poi l’agenzia di rating Fitch ha fatto sapere che potrebbe tagliare il credit rating della banca d’affari su aspettative della “quarta perdita trimestrale consecutiva, nel secondo trimestre, per via di ulteriori svalutazioni in arrivo”. Sell a valanga anche su Lehman Brothers, che ha perso -11.4% a $19.74.

Secondo Bloomberg uno dei motivi del sell-off e’ che i costi di finanziamento di Fannie Mae sono schizzati ieri al rialzo, poiche’ la societa’ ha dovuto prezzare $3 miliardi di bond a 2 anni ad un tasso d’interesse elevatissimo, facendo cosi’ scatenare i timori che non riuscira’ a proseguire a stare sul mercato come entita’ indipendente. Fannie e’ crollata del 13%, Freddie ha perso quasi il 24%.

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Come se non bastasse gli ultimi segnali giunti da piu’ fronti sembrano indicare che l’economia degli Stati Uniti e’ destinata a rallentare nei prossimi mesi. Ad alimentare pressioni sul comparto tecnologico e’ stata una serie di downgrade su un gruppo di societa’ di semiconduttori e i commenti della banca d’affari svizzera UBS sul colosso del infrastrutture newtwork Cisco Systems (CSCO), il cui titolo e’ calato ai minimi di 52 settimane. Stando alle analisi di UBS, Cisco sara’ costretta a fronteggiare difficili condizioni di mercato nei prossimi mesi ed un rallentamento della domanda sia negli Usa che in Europa; cio’ ha convinto UBS a tagliare le stime sui risultati fiscali dei prossimi trimestri e il target price di CSCO. Il titolo ha ceduto oltre il 5% trascinando in giu’ grossi nomi del comparto network/semiconduttori: pesanti perdite sono state registrate da Netlogic (NETL), Cavium Networks (CAVM), Juniper (JNPR), IBM (IBM), Kla-Tencor (KLAC), Applied Materials (AMAT).

L’attenzione principale degli investitori si sta ora concentrando sulla stagione degli utili societari. Nella seduta di martedi’ il gigante dell’alluminio Alcoa aveva riportato profitti in linea col consensus e ricavi superiori alle attese: il titolo era arrivato a segnare un rialzo superiore ai quattro punti percentuali in avvio di contrattazioni, per poi cedere interamente i guadagni nell’arco della seduta, in sintonia col resto del mercato.

“Saranno fondamentali i numeri che verranno pubblicati dalle grosse banche d’affari prima, e dalle societa’ tecnologiche poi” ha affermato Hugh Johnson, presidente di Johnson Illington Advisors. Ma il focus tendera’ a concentrarsi anche sui risultati delle aziende retail: un rallentamento della spesa dei consumatori potrebbe originare un’ulteriore contrazione del 10% dell’indice S&P500, gia’ in ribasso di 20 punti percentuali dai massimi registrati lo scorso ottobre.

“Al momento l’indice e’ a meta’ strada tra i minimi di marzo e il top di maggio” osserva Kenneth Tower, chief market strategist di Covered Bridge Tactical. “Sembra purtoppo essere diretto verso il punto di bottom: gli operatori stanno perdendo fiducia sul fatto che il recupero economico sia dietro l’angolo”.

Dopo il brusco scivolone degli ultimi due giorni, il petrolio era riuscito a ritrovare la strada dei rialzi in mattinata, per poi chiudere invariato. Le ultime news avrebbero probabilmente scatenato un’ondata di acquisti sul comparto, non fosse stato per l’intensificarsi delle speculazioni circa un rallentamento globale dell’economia che avra’ l’effetto di contenere la domanda di greggio.

La notizia dei nuovi test condotti dall’Iran sul lancio di missili con gittata fino a 2000 chilometri (che potrebbero colpire Israele), e la contrazione delle scorte settimanali superiore alle attese, avevano spinto i futures con scadenza agosto ad un massimo intraday di $137.69 al barile, per poi guadagnare un solo centesimo a quota $136.05 a causa dell’inversione di rotta finale.

Sugli altri mercati, sul valutario, euro in recupero nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5741. In rialzo l’oro. I futures con consegna agosto sul metallo prezioso hanno guadagnato $5.30 a $928.60 l’oncia. Seduta positiva infine per i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.8340% dal 3.88% di martedi’.

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