Il contenuto di questo articolo esprime esclusivamente il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – Piazza Affari prepara l’addio alla new economy e apre la stagione delle stelle. La revisione degli indici avviata da Borsa italiana, operativa da oggi, prevede diverse novità a cominciare dalla nascita di un indice che raggrupperà le piccole e medie imprese italiane con requisiti di qualità indipendentemente dal settore di attività. Il nome? All Stars. Non verranno più calcolati gli indici Numex e Numtel, nati nel 1999 sull’onda dell’euforia per L’hi tech e il loro posto sarà preso dal TechStar, composto dalle 28 migliori società del Nuovo mercato. Il futuro del listino dedicato alle società della new economy dimenticato da tutti è segnato con il riassorbimento nel mercato principale.
Il nuovo All Stars (i titoli del «vecchio» Star più il meglio dell’hi tech) nasce invece sotto buoni auspici, visto che le società medio-piccole hanno, in media, fatto meglio del mercato. «E ci sono buone possibilità che questo trend prosegua anche nel 2005 – commenta Alessandro Capeccia , gestore azionario di Azimut -. I titoli con il marchio Star hanno sinora dimostrato di piacere molto agli investitori. La ragione è semplice: trasparenza e liquidità sono due fattori determinanti per individuare la qualità tra le società a medio piccola capitalizzazione».
Nonostante le delusioni degli ultimi anni, comunque, qualche stella ha brillato anche nel Nuovo mercato. Esprinet (distribuzione di prodotti informatici e digitali) è la più citata dagli esperti tra i titoli di qualità a piccola capitalizzazione. Esprinet è entrata da tempo nel cuore del mercato, lo testimonia la performance: »140% negli ultimi 12 mesi.
Per Federico Trabucco, responsabile dei fondi small cap di Mps am , c’è ancora spazio per crescere visto che «le valutazioni sono ancora interessanti e non sembrano scontare il potenziale di crescita». Ma il rally può anche incoraggiare prese di benefico. «Quindi chi investe oggi deve farlo in un’ottica di lungo termine». Esprinet entra quindi senza timori nel nuovo segmento AllStars che nascerà dall’unione di TechStar e Star.
Trabucco segnala un altro titolo sbarcato in Borsa ai tempi della new economy, ma che merita attenzione: Cdc. «Si è avvantaggiata della crisi dei concorrenti (Tecnodiffusione, Opengate, ndr ) e ha beneficiato di una gestione prudente focalizzata sulla generazione di cassa. Sarà interessante seguire l’esperimento dell’apertura del primo superstore». Cdc può, inoltre, vantare anche la distribuzione di un interessante dividendo: 49 centesimi, con un rendimento del 4,2%. Davvero raro per un titolo high tech.
Certo non c’è solo la nuova economia tra gli ingredienti dell’indice All Stars. Su 77 titoli ben 49 saranno «adottati» dal segmento Star nato nel 2001, che raggruppa i titoli di piccola-media dimensione ad alti requisiti. «Ci piacciono in particolare Aedes, Astaldi, Mirato, Saes Getters e Sogefi », commenta Capeccia. Mirato è un’azienda attiva nel segmento dei beni di consumo balzato venerdì in prima pagina per la maxi operazione di aggregazione tra Procter&Gamble e Gillette. «Lavora in un mercato sempre più competitivo, ma vanta una gestione prudente che le consente di difendere bene la propria nicchia», dice Capeccia. Il risultato è una forte generazione di cassa che, se non utilizzata a breve termine per nuove acquisizioni, «potrebbe tornare nelle tasche degli investitori attraverso un maxi dividendo».
Anche Cembre, Isagro e Panaria potrebbero brillare in futuro. Per i gestori di Symphonia Sgr Panaria (materiale ceramico ndr ) «è un ex matricola con grandi potenzialità di crescita. I fondi raccolti al collocamento nel novembre del 2004 verranno utilizzati per investimenti con buone probabilità di ritorni a doppia cifra. Le valutazioni non sono elevate e non manca un appeal su una politica di dividendi tutta da scoprire».
Anche Isagro (agrochimica) negli ultimi 12 mesi è salita del 144%. «Ma c’è ancora spazio per crescere – concludono da Symphonia – grazie al lancio di nuovi prodotti e l’ingresso nel mercato americano. Se gli obiettivi del piano industriale saranno raggiunti allora le valutazioni attuali possono considerarsi convenienti dal momento che non scontano il potenziale di crescita».
Copyright © Corriere della Sera per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved