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ALITALIA, CIMOLI DA’ I VENTI GIORNI

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(WSI) – I ricavi di agosto saranno inferiori alle previsioni per 17 milioni di euro; nei primi mesi dell’anno il guadagno per passeggero (yeld) è sceso del 2,5%; dal 2001 al 2004 la quota del mercato nazionale di Alitalia si è ridotta dal 66 al 43%. Se non si assumeranno drastici correttivi, Alitalia ha venti giorni di vita.

L’ad Giancarlo Cimoli e il direttore del personale Massimo Cheli lo hanno detto piuttosto chiaramente ieri ai sindacati nel corso di una riunione. L’ad della compagnia ha evidenziato una serie di insufficienze, tra cui l’assenteismo dei dipendenti (che è dell’11%, con picchi del 14 nel settore manutenzione e handling, vale a dire circa duemila lavoratori al giorno; contro il 2% di Lufthansa), le differenze di trattamento nei confronti di Alitalia da parte delle società aeroportuali (avvierà azioni legali, in quanto a fronte di un volume di lavoro maggiore Alitalia ottiene un trattamento peggiore), i ritardi nella gestione del traffico aereo (40 minuti il ritardo medio, contro gli otto della concorrenza), le differenze gestionali nei confronti delle compagnie low-cost (costi a sedile più alti del 40-60%, e flotta non omogenea) e lo scalo internazionale di Milano Malpensa, definito «un disastro» anche a causa dei localismi che ne impediscono la piena efficienza.

Sui tagli, Cimoli non avrebbe fornito cifre, limitandosi a ricordare che tutte le compagnie aeree internazionali hanno operato riduzioni di personale. Tra le richieste di modifica dei contratti dell’azienda, c’è la riduzione da 45 a 30 dei giorni di ferie dei piloti e degli assistenti di volo; la riduzione degli equipaggi di cabina su lungo raggio da 4 a 2 o 3 unità.

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