
Alfagomma, storica azienda lombarda, fondata nel 1956 da Felice Gennasio, e specializzata nella produzione di tubi in gomma, che vanta tra i clienti società del calibro di Caterpillar, John Deer e Cnh Industrial, con 650 milioni di fatturato e oltre 70 brevetti, è finita in una crisi profonda al punto da costringere il tribunale di Milano a mandare in liquidazione l’azienda con la possibilità che finisca al miglior offerente, magari straniero.
Le divergenze strategiche
A ripercorrere le tappe della crisi di Alfagomma è un articolo del Corriere della Sera, che ha messo in luce le cause che hanno portato allo stallo decisionale che ha paralizzato le operazioni aziendali. Prima fra tutte, e decisiva, la forte divergenza nella visione strategica dei due soci paritetici e fratelli, Guido e Enrico Gennasio, rispettivamente presidente e ceo dell’azienda: il primo da tempo orientato a superare il modello familiare per una gestione più manageriale e orientata al mercato globale, il secondo invece che desidera mantenere un modello di conduzione familiare.
Questa differenza di approccio è degenerata al punto che nel febbraio 2024 uno dei quattro membri del consiglio di amministrazione ha rassegnato le dimissioni. Da quel momento le assemblee dei soci si sono susseguite senza esiti positivi: quattro convocazioni in un anno non sono state sufficienti per nominare un nuovo organo amministrativo. Uno stallo che ha portato alla decadenza delle deleghe e all’impossibilità di adottare decisioni straordinarie.
Intervento del tribunale
Di fronte a questa situazione di impasse, come prevede la normativa, il presidente Guido Gennasio ha comunicato al tribunale delle imprese di Milano la necessità di avviare il processo di scioglimento della società. Il tribunale, a sua volta, ha imposto ad Alfagomma di procedere con una liquidazione volontaria. Procedura in base alla quale, in assenza di un accordo tra i soci per nominare un liquidatore, sarà il tribunale stesso a occuparsi della questione.
Il futuro dell’azienda, a questo punto, dipenderà dalla capacità dei commissari liquidatori di trovare un acquirente che possa garantire la continuità operativa e preservare l’eredità familiare dei Gennasio. Come ricorda il Corriere, nonostante le difficoltà interne, il potenziale interesse da parte di investitori esterni rimane elevato. Già nel 2023 alcuni fondi di private equity e gruppi industriali avevano manifestato interesse per l’acquisto della società.
Alfagomma è vista come un’opportunità strategica nel mercato globale dei tubi in gomma, grazie alla sua solida posizione finanziaria e alla sua esperienza nel settore oil&gas e nei rivestimenti sottomarini.