New York – E’ allarme staglazione negli Stati Uniti. Nel mese di febbraio l’indice dei prezzi alla produzione è balzato all’1,6%, più del doppio rispetto allo 0,7% atteso e contro lo 0,8% precedente. Su base annuale l’inflazione – che riferisce ai prezzi dei beni finiti – è balzata del 5,6%, al ritmo di crescita più elevato dal giugno del 2009.
E, come se non bastasse questo, il mercato immobiliare americano è ufficialmente morto: il dato che misura l’avvio di nuovi cantieri è scivolato infatti al secondo minimo di sempre, a 479.000 unità. Le attese erano per un numeri pari ad almeno 566.000: l’indicatore mette in evidenza il forte collasso del mercato edilizio, pari al 22,5% rispetto al dato rivisto a gennaio.
Tornando all’indice dei prezzi alla produzione, preoccupa soprattutto la componente dei prezzi dei beni alimentari, che ha messo a segno un balzo del 3,9% nel mese di febbraio: si tratta del rialzo più elevato dal +4,2% del novembre del 1974, ovvero in più di trent’anni.
Almeno il 70% del rialzo di tale componente deve essere attribuita ai prezzi più alti per le verdure fresche e non, che hanno segnato un rally del 48,7%. Ma a incidere è stato anche il balzo dei prezzi dei latticini e del latte.
L’esito è il seguente: assistiamo a un completo disastro di staglazione, il che vuol dire che la Fed farà ricorso a qualsiasi scusa per mettere in atto un Q3 o addirittura peggio altre manovre di politica monetaria espansiva, che per qualcuno potrebbero arrivare anche al Q18.