Alert spending review, i tagli porteranno a delocalizzazioni

di Redazione Wall Street Italia
4 Luglio 2012 12:26

Roma – La spending review all’esame del governo rischia, così com’è, di spingere le imprese farmaceutiche a disinvestimenti e a delocalizzazioni, ha detto oggi il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi.

“Ci troviamo a dover fronteggiare il decreto ipotizzato che peserebbe per il 40% sull’industria farmaceutica e che le darebbe un altro colpo, assolutamente insostenibile, avendo già contribuito alla riduzione della spesa sanitaria per 11 miliardi negli ultimi cinque anni”, ha detto Scaccabarozzi nella sua relazione all’assemblea annuale di Farmindustria.

Per il presidente degli industriali del farmaco il taglio previsto dal governo è “irrazionale e sproporzionato”, mentre serve “equità, giustizia e correttezza”.

“Confermo che la nostra industria intende fare la propria parte con responsabilità che il momento richiede ma non a costo della propria sussistenza in Italia”, dice ancora la relazione.

La revisione delle spese pubbliche, stando a quanto riferito dal premier Mario Monti, prevede che l’aumento dell’Iva scatti nel 2013 anziche’ nell’ultimo trimestre del 2012 e che si limiti ad un punto percentuale a fronte dei due previsti dalla manovra correttiva di dicembre.

Secondo il numero uno di Farmindustria, il decreto che il governo si avvia ad approvare, se non sarà modificato, andrà in una “direzione che porta al profondo e ormai prossimo abisso dei disinvestimenti e delle delocalizzazioni”.

E in mancanza di “politiche adeguate” per la crescita, Scaccabarozzi agita lo spettro del taglio di 10.000 posti – su 65.000 attuali nel settore – nei prossimi cinque anni. Quanti cioè se ne sono persi negli ultimi cinque.

“Per favore, non costringeteci a chiedere la crisi del settore”.

Farmindustria, che indica la spesa ospedaliera come quella da tagliare, rivendica crediti verso la Pubblica amministrazione di 4 miliardi di euro e dice che la spesa sostenuta dallo Stato per i farmaci, 16,5 miliardi l’anno, e’ del 26% sotto la media Ue.

Secondo i dati citati dall’associazione, che fa parte di Confindustria, nel 2011 la spesa farmaceutica totale – il 15,7% del Fondo sanitario nazionale – e’ calata del 4%. Sono aumentate invece del 4,2% le spese per beni e servizi non ospedalieri, del 6,3% quelle generali, del 4,4% quelle per leasing e altri beni di terzi.

“Non so se riusciremo a portare nuovi farmaci in Italia”: e’ l’altro allarme lanciato da Scaccabarozzi, durante dell’assemblea pubblica dell’associazione. “Il rischio e’ che alla fine si creeranno due fasce di cittadini quelli che andranno in Svizzera a comprare i nuovi farmaci e quelli che non li potranno avere”.