New York – Molti analisti sostenevano che la borsa americana fosse sottovalutata a questi prezzi. Ma gran parte di essi ha cambiato idea in fretta. Soltanto il mese scorso, per esempo, Peter Oppenheimer, chief global equity strategist di Goldman Sachs, dichiarava: “Prospettive cosi’ buone per i rendimenti potenziali dell’azionario, se confrontante con quelle dei bond, non si vedevano da una generazione”.
Ma ora persino un suo collega dell’istituto statunitense la pensa diversamente. “C’e’ un’elevata incertezza la’ fuori, pertanto l’indice S&P 500 non dovrebbe scambiare a un premio”, racconta al Wall Street Journal Stuart Kaiser, un altro strategist sull’azionario di Goldman. “L’idea che l’azionario sia conveniente e’ abbastanza corretta quando vengono presi in causa tutti i fattori che giocano un ruolo”.
Dopo che lo Standard & Poor’s 500, l’indice allargato della borsa americana, ha fatto un balzo del 12% nei primi tre mesi dell’anno, la sua migliore performance nel primo trimestre da 15 anni, alcuni calcoli classici per vedere il rapporto tra rischio e ritorno dall’investimento mostrano che il mercato incomincia a essere un po’ caro.
Il rapporto tra prezzo di borsa e utili effettivi previsti per la societa’ dei titoli quotati all’S&P 500, se misurato lungo gli ultimi 10 anni di profitti, e’ pari a 22. Si tratta di una somma molto piu’ in alta della sua media a lungo termine di 16.
In Germania e in Francia, per fare un esempio, il tasso prezzo/utili e’ pari a 12 punti, come sottolineato al quotidiano finanziario da Richard Cookson di Citigroup.
Sempre restando nel parco degli analisti di Goldman Sachs, c’e’ anche chi e’ da dicembre che ripete lo stesso ritornello ribassista e che non ha cambiato idea nemmeno dopo il rally dei primi tre mesi del 2012. Si tratta di David Kostin, secondo cui l’indice azionario S&P 500 chiudera’ l’anno a quota 1.250 punti. Al momento si trova in area 1.750.
“Abbiamo basato la nostra tesi di investimente per l’azionario Usa – dice una lettera inviata ai clienti dallo strategist – su tre ragionamenti: 1) l’economia americana e’ ancora stagnante; 2) il rapporto P/E; 3) una crescita modesta degli utili”, favorita anche da fattori meteorologici.