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Alert debiti Giappone. Fmi e Moody’s lanciano appello a Tokyo

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Allarme debito nel Sol Levante. Questa volta, a ricordare al mondo le condizioni decisamente precarie in cui si trovano i conti pubblici del Giappone, sono sia il Fondo Monetario Internazionale che, dopo qualche ora, Moody’s. In particolare Tom Byrne, vice direttore senior dell’agenzia di rating, ha riferito a Reuters che il Giappone deve adottare misure fiscali ad hoc per risolvere l’annoso problema dei suoi conti pubblici, precisando che un eventuale fallimento nell’avviare una riforma fiscale avrebbe un impatto negativo sul rating del paese.

L’avvertimento dell’Fmi arriva invece dal vice direttore generale dell’Fmi, Naoyuki Shinohara, poche settimane dopo la revisione al ribasso sul rating operata da Standard& Poor’s. “Se si guarda al debito colossale e al deficit di bilancio, ritengo che entrambi non siano sostenibili nel medio-lungo termine”, ha precisato Shinohara, parlando ai giornalisti ai margini di un seminario che si è tenuto a Tokyo.

Dunque, “se (il Giappone) lasciasse invariata la situazione fiscale così come è allo stato attuale, tutto ciò potrebbe essere fonte di problemi in futuro”. E’ “importante – ha continuato il vice direttore generale del Fondo Monetario Internazionale – che si raggiunga un accordo nazionale il più presto possibile su come arrivare a una ristrutturazione fiscale”.

Certo, ha sottolineato il funzionario, “non penso che ci saranno problemi gravi nell’immediato”, visto che i giapponesi dispongono di un ammontare elevato di risparmi. Ma l’outlook, riferendosi a un arco temporale più lungo, non è affatto confortante, anzi. La stessa S&P, quando ha deciso di tagliare la valutazione da “AA” a “AA-“, ha strigliato il governo, accusandolo di non disporre di una “strategia coerente” per combattere l’elevato debito che, in proporzione al Pil, si conferma il più alto dei paesi industrializzati.

Inoltre, gli avvertimenti di Shinohara non riguardano solo il debito pubblico del Giappone. Anche le banche sono nel mirino. “Il sistema bancario giapponese ha già incrementato il capitale, ma le banche continuano a far fronte a molte sfide, quali il calo della redditività core e i rischi macro-finanziari sia a livello nazionale che globale”. Dunque, considerando “i rischi esistenti di esposizione e le nuove richieste di capitale che arrivano dal fronte delle autorità di regolamentazione, gli istituti potrebbero aver bisogno di aumentare ulteriormente i loro livelli di capitale”.

Ovviamente, tra i rischi si cita un potenziale rallentamento dell’economia globale provocato dalla crisi dei debiti in Europa e anche un possibile aumento dei crediti inesigibili legati ai prestiti erogati alle piccole aziende.