New York – Segnale d’allarme ‘contrarian’ sull’economia Usa per i pessimisti inguaribili. Anche quest’anno e’ arrivato il periodo di debolezza che di solito va da maggio a settembre, ma non bisogna rassegnarsi, perche’ non c’e’ un solo dato macro che lasci intendere che la maggiore economia al mondo sia attraversando una seconda fase di recessione dopo quella piu’ grave dalla Grande Depressione degli Anni 30.
Negli ultimi mesi, anche per via di un indebolimento del mercato del lavoro, sono cresciuti i dubbi sulla ripresa degli Stati Uniti, con segnali di forza puntualmente seguiti da dati poco incoraggianti.
Secondo Myles Zyblock, chief strategist istituzionale del broker canadese RBC Capital Markets, il momento no per l’azionario non va pero’ confuso con la fine di un ciclo. Tanto e’ vero che gli analisti hanno una posizione “overweight” (sovrappesata) sulla borsa americna.
Nel suo ultimo report strategico settimanale, Zyblock spiega che la maggior parte dei periodi di ribasso per l’azionario sono associati a una recessione dell’economia o degli utili societari.
Tuttavia, anche se i profitti stanno in effetti crescendo a un ritmo fiacco, pari al +4-6% stimati tra quest’anno e il prossimo, con i margini che stanno attraversando una fase di livellamento, tutti di dati macro Usa a disposizione – senza alcuna eccezione – fanno pensare a un prosieguo della ripresa del Pil.
Un elemento che offre prospettive incoraggianti anche per i fatturati aziendali.