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Alert bomba a orologeria saudita: greggio a $200-300

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New York – I prezzi del petrolio potrebbero schizzare al rialzo a quota $200- $300 al barile se il maggiore esportatore della materia prima al mondo, l’Arabia Saudita, dovesse venire coinvolto in una grave crisi sociale.

A dirlo e’ l’ex ministro del petrolio saudita, lo sceicco Zaki Yamani. In un’intervista rilasciata a Reuters Yamani dice di non vedere alcun segno imminente di ulteriori problemi creati dalle proteste del mese scorso. Tuttavia la gente continua a chiedere riforme politiche, a dimostrazione del malcontento della popolazione, un nodo che ancora resta da risolvere.

“Se qualcosa dovesse succedere in Arabia Saudita il petrolio salira’ a $200-$300. Non dovrebbe capitare a breve, ma chi si sarebbe mai aspettato quanto avvenuto in Tunisia?”, ha osservato Yamani a margine di una conferenza al Centre for Global Energy Studies (CGES) presieduta dallo stesso ex ministro del petrolio saudita.

“Gli eventi politici dell’ultimo mese sono ancora li’ e non termineranno cosi’ facilmente. Ci saranno sorprese all’orizzonte”. In marzo il Re saudita Abdullah ha offerto $93 miliardi di aiuti nel tentativo di placare il malcontento della popolazione e impedire che l’ondata rivoluzionaria che ha coinvolto il mondo arabo tocchi anche l’Arabia Saudita.

Per ora le manifestazioni sono state piccole in confronto a quelle viste in altri paesi come lo yemen e il Bahrein e le forze di polizia sono state in grado di avere la situazione controllo, disperdendo con una certa facilita’ le proteste di matrice sciita tenutesi nella parte orientale del paese, vicino al Bahrein.

Ma Yamani ha avvertito che il fatto che il popolo sia riluttante a partecipare alle proteste non vuol dire che non ci sia un malcotento di sottofondo. L’islamismo saudita proibisce infatti alla gente di scendere in strada e fare sentire la propria voce.